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Verso Parma-Pisa: "Ti ricordi di Luca Pomponi?"

L’ultima volta che il Pisa ha fatto visita alla formazione crociata correva l’anno 2009 e la mente corre ad uno dei campionati più infausti dell’ultracentenaria storia del Pisa

Pisa, 24 settembre 2021 – Sediamoci al tavolino e godiamoci un bel caffè in compagnia. Apriamo il giornale, nella sezione sportiva il titolo di apertura è dedicato inevitabilmente al momento straordinario vissuto dal Pisa Sporting Club. Cinque vittorie consecutive, primo posto solitario in classifica e alle porte la supersfida in casa del Parma. La grande delusa di questo primissimo scorcio di Serie B. La sfida contro i ducali è sempre stata l’occasione per organizzare trasferte molto popolate e colorate, finite tutte nell’album dei ricordi nerazzurri. L’ultima volta che il Pisa ha fatto visita alla formazione crociata correva l’anno 2009, e allora inevitabilmente la mente corre a uno dei campionati più infausti dell’ultracentenaria storia dello Sporting Club. Nel rovente finale di quel torneo cadetto il Pisa, passato dalle mani di Gian Piero Ventura a quelle decisamente meno sapienti di Bruno Giordano, naviga in acque tempestose. La società guidata da Luca Pomponi, un ruspante imprenditore romano arrivato a risollevare le sorti del club nell’estate precedente, dopo che Leonardo Covarelli era fuggito alla chetichella per tornare nella "sua" Perugia, inizia a lanciare allarmanti segnali di debolezza finanziaria. Ma prima di pensare agli aspetti economici c’è da salvare a tutti i costi la categoria: senza la B non c’è futuro per il calcio pisano. E quindi, nonostante le polemiche che già circondano dirigenti e una parte dei giocatori, la tifoseria si stringe comunque attorno allo spogliatoio per fare quadrato e affrontare con solidità ed entusiasmo le gare decisive nella volata salvezza. Dopo il bel 2-0 rifilato all’Ancona nella settimana precedente, in uno scontro diretto molto delicato all’Arena Garibaldi, i nerazzurri si presentano al "Tardini" scortati da tantissimi sostenitori. Circa 2mila, arrivati in Emilia con ogni mezzo: auto private, pullman e anche un treno speciale. Il presidente Pomponi tenta il colpo a effetto, di quelli sfoderati dai grandi presidenti del passato per ingraziarsi la folla: commissiona uno stock gigantesco di t-shirt rosse con la croce di Pisa impressa sul davanti e lo slogan "Orgogliosi di essere pisani". "Il settore ospiti deve essere un muro rossocrociato" è il pensiero del presidente: le maglie vengono distribuite a tutti i tifosi che arrivano nel settore ospiti. Si respira aria di festa tra i duemila pisani: la squadra è rimaneggiata a causa di acciacchi, infortuni e squalifiche, ma sta attraversando un buon momento e la salvezza sembra a un passo. Si gioca la trentanovesima giornata: ai nerazzurri servono dai 3 ai 4 punti per festeggiare la permanenza in categoria, al Parma ne occorrono 4 per blindare la promozione diretta in A. Una formalità, avranno pensato in tanti. Nessuno però ha fatto i conti con uno dei finali di stagione più negativi di tutta la storia del Pisa, con la squadra attanagliata da ansie, paure e fragilità, incapace di sfruttare anche le più clamorose occasioni per chiudere il discorso. A partire dal match di Par ma, nel quale nonostante i 21 punti di differenza (nerazzurri a quota 47, crociati a 68) è proprio il Pisa ad avere le migliori occasioni per passare in vantaggio. Fino a metà della ripresa, quando Cristiano Lucarelli – proprio lui, l’acerrimo nemico – infrange l’illusione di poter strappare almeno un punto bucando la porta difesa da Cejas. Il Pisa si arrende di colpo, incapace di reagire, incassa il 2-0 da Leon nel finale e torna mestamente a casa scortato da duemila cuori infranti. La maglia regalata da Luca Pomponi, invece di celebrare una giornata da ricordare, segnerà l’inizio dell’incubo materializzatosi poi alla fine del mese di maggio, con la retrocessione più assurda e inspiegabile (forse) della storia del calcio pisano.

M.A.