
Tra tabù e miti da sfatare, cerchi da chiudere e sassolini dalle scarpe da togliere e gettare lontano, il Pisa nel corso del campionato ha vissuto tappe cruciali nell’avvicinamento del sogno che – a dirlo appare ancora incredibile – domani potrebbe diventare finalmente realtà. C’è un ultimo spettro da scacciare in questo percorso virtuoso: la vittoria nel primo giorno del mese di maggio. Negli ultimi tornei cadetti spesso è accaduto che il Pisa sia sceso in campo in questa data, senza mai riuscire a conquistare almeno un punto. Lo scorso anno, sul terreno della Cremonese, al termine di una gara interpretata con un buon piglio, i nerazzurri capitolarono a pochi minuti dal termine a causa della punizione – inventata dall’arbitro Volpi – convertita nel 2-1 conclusivo da Massimo Coda. Nel 2023 la squadra allora guidata da D’Angelo capitolò, con lo stesso risultato, al "Del Duca" di Ascoli. Nel 2021 fu proprio il Frosinone a infliggere la sconfitta per 3-1 al Pisa sul terreno dello "Stirpe": i nerazzurri, ampiamente salvi, erano ormai fuori dai giochi per l’accesso ai playoff, ai ciociari invece quella vittoria servì per togliersi definitivamente dalle secche della bagarre per evitare i playout.
In mezzo a queste sconfitte c’è un pareggio, datato 30 aprile 2022, che portò un punto nelle casse dello Sporting Club ma ad un prezzo altissimo. Quel giorno, all’Arena, il Pisa fu fermato sull’1-1 dal Cosenza: al vantaggio propiziato dall’autorete di Venturi rispose dal dischetto l’ex Liotti nel finale del match. Nell’azione che portò al penalty si infortunò il capitano nerazzurro: Antonio Caracciolo rimase accasciato al suolo col ginocchio destro tra le mani e dovette uscire in barella. Al termine della gara il verdetto fu una duplice mazzata: rottura di menisco e crociato per il difensore, sogno di promozione diretta in A ridotto praticamente al lumicino. Con un successo la storia sarebbe cambiata, probabilmente, del tutto, e chissà come sarebbero andati i successivi playoff se Caracciolo fosse rimasto al suo posto, a comandare la difesa e tutta la squadra. Ecco quindi l’ultimo tabù da sfatare per il capitano e il resto dei compagni: tramutare il primo maggio in una data di gioia incalcolabile e indimenticabile.
M.A.
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