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Pisa, la fame di riscatto e gli "indistruttibili"

Caracciolo, Leverbe, Nagy, Marin e Nicolas: è con loro che i nerazzurri hanno stupìto tutti, ma urge ritrovare Lucca, Tourè e Gucher

di Francesco Paletti

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Ci sono gli "indistruttibili", quelli che viaggiano ad un rendimento costante che varia solo dall’alto all’altissimo anche se si gioca ogni tre giorni. Lo zoccolo duro è in quel rombo davanti all’area di rigore con i vertici nel portiere Nicolas, nel play-maker Nagy e in Caracciolo e Leverbe, la coppia centrale difensiva in assoluto più forte del campionato. E’ in quelle zolle che il Pisa ha costruito il suo stupefacente campionato, testimoniato anche dalla miglior difesa del torneo. Con l’aiuto di Birindelli e Beruatto sulle corsie esterne, altri due dal rendimento costante ed elevato, anche se D’Angelo deve di necessità dosarli con più parsimonia dato il ruolo particolarmente usurante che ricoprono. E poi c’è Marin, nella linea mediana praticamente a suo agio sia che agisca come interno (preferibilmente di sinistra ma anche di destra) che davanti alla difesa.

E’ lo zoccolo duro attorno a cui il Pisa ha ha costruito i suoi successi e quello da cui, verosimilmente, ripartirà anche per fare risultato pieno a domani a Reggio Calabria. Per fare un salto ulteriore, però, occorre che anche gli altri facciano uno o due passi avanti. Qualcuno, invero, ci sta già riuscendo: Puscas ha già messo a disposizione della squadra tutto il suo enorme potenziale. Ma il lavoro del tecnico pescarese va apprezzato soprattutto per Hermannsson, Mastinu e Cohen, tutti e tre in crescita da qualche partita a questa parte. Il nazionale islandese sarebbe anche uno dei difensori più forti della B se non avesse davanti due "mostri" come Leverbe e Caracciolo. Riciclarlo come difensore di fascia, però, sembrava un’impresa ai limiti del proibitivo per un giocatore così di stazza e dalle lunghe leve. Invece da qualche settimana spinge che è una bellezza: a Monza ha addirittura fornito l’assist per il gol di Puscas ed è anche andato vicinissimo alla realizzazione personale. Mastinu e Cohen andavano soprattutto aspettati e fatti sentire al centro di un progetto. Perchè di qualità ne hanno sempre avuta da vendere e non potevano averla smarrita. E così è stato. Segnali importanti, in tal senso, con il Parma sono arrivati anche da Gucher, tre o quattro lampi che hanno riportato gli sportivi pisani indietro di qualche mese, a quando l’austriaco faceva al differenza.

Qui, però, il percorso è ancora da completare. Al pari dei nuovi acquisti Benali e Torregrossa, dal quale è lecito attendersi di più. E di Berra e Siega, reduci da lunghi infortuni. Poi ci sono quelli che, invece, sono in calo. E di cui il Pisa ha terribilmente bisogno per continuare ad inseguire il sogno promozione: Lucca su tutti, la copia sbiadita dell’attaccante fantastico dei primi mesi. Ma anche Tourè, baluardo insostituibile fino alla sosta natalizia. E parso quasi spaesato nelle ultime uscite. Si aggiungano alla lista anche Sibilli e Marsura, in questo caso a causa solo di qualche acciacco fisico. Infine Masucci, De Vitis e Di Quinzio (quest’ultimo ora alle prese con un fastidio muscolare), la vecchia guardia: quelli su cui, nel momento del bisogno si può sempre contare.