MICHELE BUFALINO
Sport

LA SALUTE E’ DI LEGGE

Parla il medico sociale nerazzurro "Già fatti 15 tamponi a giocatore"

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di Michele Bufalino

Negli ultimi mesi il Pisa ha rispettato alla lettera i protocolli medici con il lavoro del suo staff medico. A raccontare il lavoro svolto e il possibile futuro Virgilio Di Legge, medico sociale del Pisa dal 2010, specialista in cardiologia e in medicina dello sport e medico federale della commissione medica nazionale Fikbms.

Dottor Di Legge, come vi siete coordinati in questi difficili mesi?

"Lo staff medico è stato facilitato dalla famiglia Corrado e dal ds Roberto Gemmi che ci ha dato completo potere decisionale nella calendarizzazione dei test, svolti inizialmente in drive through, recandosi in auto all’Arena Garibaldi. A livello organizzativo i tamponi sono stati eseguiti dal laboratorio Synlab di Calenzano, mentre i test sierologici dal Centro Ricerche Cliniche di Pisa".

In quanti avete lavorato dietro le quinte?

"Oltre a me il responsabile sanitario Cataldo Graci e il collega Giuseppe Lioci, il preparatore atletico Marco Greco con la collaborazione di Lorenzo Ferrari, il fisioterapista Remigio Del Sole e il massaggiatore Gabriele Pignieri oltre al lavoro dietro le quinte del team manager Ivan Sarra e del direttore operativo Daniele Freggia. Inoltre ringrazio per la collaborazione il presidente dell’associazione medico sportiva Daniele Faraggiana e il responsabile del laboratorio di risonanza magnetica cardiaca Giovanni Aquaro".

Quanti tamponi sono stati fatti?

"In due mesi il gruppo squadra del Pisa, comprensivo di 47 persone, ha eseguito 5 volte gli esami sierologici e 15 volte tamponi. La frase "protocollo sanitario impegnativo" che veniva riportata sui giornali a mio avviso dovrebbe essere riferita non tanto al medico sociale, ma alla società in termini di spesa".

Molte società si stanno interrogando sul futuro. Cosa prevede?

"Fermo restando che a decidere sarà il comitato tecnico scientifico, considerando che i contagi stanno aumentando, è verosimile pensare che non avremo misure più restrittive e rimarranno le misure esistenti".

Utilizzare lo stesso protocollo per 10 mesi significa quintuplicare le spese per le varie società. Una squadra come il Pisa potrebbe spendere in tamponi una spesa intorno al milione di euro, comprendendo anche la Primavera.

"Sì, la spesa sarebbe quintuplicata. Mentre in Serie A e in B, nonostante le difficoltà siano evidenti, le società sono ‘allenate’ al protocollo, i problemi arriveranno più dalla Serie C".

Siete preoccupati, visto che molti contagi arrivano dopo le vacanze anche per i calciatori, per i risultati dei tamponi al raduno di lunedì?

"La preoccupazione c’è sempre, ma è legata solo alla curva epidemiologica. Noi faremo i tamponi inizialmente in drive through e, qualora ci siano delle positività, gli eventuali positivi verranno messi in isolamento senza comportare problemi al gruppo squadra, al massimo perdendo qualche giorno di preparazione".

Cosa succederà poi a Montecatini?

"Inizialmente ci saranno allenamenti individuali e poi collettivi. In caso di positività durante il ritiro, l’unica differenza sarà che il resto del gruppo squadra verrà sottoposto il giorno dopo a nuovi tamponi. In caso di negatività i giocatori ogni giorno si alleneranno e torneranno subito in albergo, a parte gli eventuali positivi già in quarantena per 14 giorni".

E le amichevoli? Come potranno essere organizzate con squadre dilettantistiche?

"Non potranno essere organizzate con squadre dilettantistiche, ma solo con formazioni che utilizzeranno lo stesso protocollo, quindi squadre professionistiche di Serie A, B o C".

Cosa succederà invece per chi tornerà all’estero come Marius Marin, che rientrerà dalla Romania e Robert Gucher, dall’Austria?

"Gucher sarà sottoposto subito a tampone e, in caso di negatività, sarà subito a disposizione. Diverso il caso di Marin che ha dovuto fare lo stage con la nazionale in Romania. Dal 24 luglio, alle persone che rientrano in Italia e che nei 14 giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Bulgaria o in Romania, si applica l’obbligo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per due settimane".