Intervista, Canzi. "Siamo stati bravi a soffrire e un po’ fortunati»

Il tecnico del Pontedera, Massimiliano Canzi, commenta il pareggio 0-0 contro il Gubbio riconoscendo la superiorità avversaria e la necessità di adattarsi tatticamente. Canzi elogia il lavoro di Braglia e sottolinea l'importanza dell'umiltà e della capacità di limitare i danni quando l'avversario è più forte.

La prima domanda che si è sentito rivolgere Massimiliano Canzi in sala stampa è stata chiara: 0-0 giusto o no? Il tecnico del Pontedera ha risposto con la sua solita serenità: "Lo dico quando vinciamo e lo ripeto adesso: il risultato è quello che dà il campo. Sicuramente ad occasioni ne ha avute molte di più il Gubbio, però partite così, senza concretizzare quello che viene creato, sono capitate anche a noi. Oggi sono capitate ai nostri avversari, per cui posso dire che siamo stati bravi a soffrire e anche un pizzico fortunati". Canzi riconosce la bravura del suo collega Braglia: "Per la formazione che avevamo pensato noi, ci ha fatto soffrire due giocatori di movimento (Di Massimo e Spina, ndr) davanti ad una punta sola (l’ex Udoh, ndr). Questo ci ha messo un difficoltà costringendoci a rivedere il piano gara. E comunque giocare contro le squadre di Braglia è sempre molto difficile, è bravo tatticamente e a preparare le partite. Non c’è niente lasciato al caso e anche noi abbiamo dovuto cambiare modo di difendere, altrimenti finiva male".

Poi sulla gara di esclusivo contenimento del suo Pontedera: "Non siamo stati noi rinunciatari. Sicuramente la forza di un avversario, che se dopo 36 partite ha 4 punti più di noi vuol dire che li vale, non ci ha permesso di esprimere il nostro gioco. Facevamo fatica a tenere su la palla, avevamo preparato la gara per ripartire, ma non ci riuscivamo. Troppo spesso gli attaccanti chiedevano la palla addosso, ma non siamo riusciti a fare quello che volevamo, e questo capita molto spesso per merito degli avversari". "Nel secondo tempo – conclude Canzi -abbiamo cambiato completamente modo di difenderci, con una svolta tattica totale e i ragazzi sono stati bravi sotto questo aspetto. Non si possono sempre dominare le partite. Quando non si dominano e quando si riconosce che l’avversario in quella partita è più forte di te, bisogna avere l’umiltà di riconoscerlo e cercare di limitare i danni. Ed è quello che abbiamo provato a fare". Riuscendoci.

Stefano Lemmi

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