
Aldo Orsini
Pisa, 22 agosto 2021 - Nella vita vi sono pochissime certezze: una (per tutti noi) è lui, Aldo Orsini. In campo prima scende il Pisa poi il suo microfono. Da 39 anni, ‘La voce dagli spogliatoi’ racconta la partita nerazzurra, ma anche i pisani.
Orsini, ricorda la prima puntata? "Certo, stagione 1982-1983. Il Pisa di Anconetani è appena salito in serie A. Io avevo iniziato a fare il giornalista sportivo un paio di anni prima in radio. Poi ebbi un’intuizione". Quale? "Al tempo tutti noi guardavamo la ‘Domenica sportiva’ sulla Rai. E allora proposi a Canale 55, che aveva sede nella galleria Gramsci, di mandare in onda un format di simile. ‘Vorrei condurre una domenica sportiva tutta per i pisani’, dissi". E poi? "L’idea, pur se con qualche incertezza, piacque. E da allora ‘La voce dagli spogliatoi’, ormai da anni su Canale 50, va in onda dopo ogni match del Pisa. Ma la cosa più incredibile...". Qual è? "Gli ingredienti sono rimasti sempre gli stessi: sintesi della partita e interviste ai protagonisti. Perfino il titolo è immutato". Non il calcio, però. "E questo mi amareggia. Mi ricordo, nel 1983, di aver intervistato Paolo Rossi. Rossi aveva appena vinto i mondiali con l’Italia. Si fermò gentilmente e feci le mie domande davanti ad un muro bianco. Oggi sarebbe possibile fare lo stesso con Cristiano Ronaldo? No. Non vi erano sponsor, uffici stampa e non c’era bisogno di tutti i permessi di oggi. Non parlo di Pisa, ma in generale, era tutto molto più facile e per certi versi genuino". Ha mai pensato di smettere? "L’anno del fallimento, quando andammo a giocare a Forcoli, ci abbiamo pensato. Ma non abbiamo ceduto alla tentazione". I ricordi più belli? "Facile dire le trasmissioni da San Siro o dall’Olimpico: la vittoria di Cremona oppure la diretta dal Nereo Rocco di Trieste. Se mi volto indietro, però, rivendico anche con una punta di orgoglio le cronache condotte da Santa Maria a Monte, Perignano o Castelnuovo di Garfagnagna. Qui ero poggiato su una sedia di fortuna mentre gli ospiti offendevano perché perdevamo anche contro di loro". Oltre mille puntate in tutti questi decenni. Le ha condotte tutte lei? "Ne ho saltate meno di dieci". Orsini, ci dica la verità: il Pisa la emoziona ancora? "Il calcio, come dicevo, è cambiato e il calendario spezzatino rende più difficile l’organizzazione dei palinsesti. Eppure, sinceramente, raccontare il Pisa fa parte di me, della mia vita, della mia famiglia. E quando penso: ‘Quest’anno me ne vado davvero in pensione’... beh... poi il campionato ricomincia e allora: come posso mai resistere?".