Farmigea, regina nella produzione di colliri

L’azienda pisana, fondata nel 1946, è oggi una grande realtà farmaceutica. Federighi: "Ricerca e sviluppo sono per noi fondamentali"

Farmigea: fase di riempimento colliri nella camera sterile. Foto Del Punta/Valtriani

Farmigea: fase di riempimento colliri nella camera sterile. Foto Del Punta/Valtriani

Pisa, 10 aprile 2022

di Edoardo Greco

Farmigea, casa farmaceutica pisana attiva dal 1946, è tra i leader internazionali nella produzione di medicinali per il mercato dell’oftalmologia. Con un fatturato di 27 milioni di euro, oggi si affaccia sul mercato con un’offerta farmacologica diversificata: al suo interno il “core business“ è rappresentato dalla produzione di colliri senza conservanti, tutti rigorosamente sviluppati e prodotti nello stabilimento di 14mila metri quadrati di Ospedaletto, stabilimento dove lavorano circa 150 dipendenti.

Negli anni Ottanta l’azienda ha avuto un importante salto di qualità, quando ha brevettato e introdotto sul mercato il primo collirio monodose, senza conservanti, per uso giornaliero. Ne abbiamo parlato con Mario Federighi, titolare e presidente dell’azienda, e con suo figlio Federigo, parte del business development. «Proprio questo collirio - fa notare Federigo Federighi, esponente della quarta generazione della famiglia - ha rappresentato per noi un grande punto di svolta, sia per essere stati i primi ad introdurre nel mercato un collirio di tipo monodose, sia per aver anticipato di parecchio tempo il tema dell’ecosostenibilità, in quanto il prodotto, con il suo packaging, garantiva già all’epoca un notevole risparmio nell’utilizzo della plastica: proprio questo tema oggi è al centro di tutte le politiche aziendali. In più, siamo orgogliosi di avere anche una occupazione femminile che raggiunge il 70% sul totale, cosa non scontata". A partire dagli anni Novanta , il focus per Farmigea è stato sia di consolidarsi come leader nell’industria dell’oftalmologia all’interno del mercato italiano, che oggi rappresenta il 50% del fatturato aziendale, sia di espandersi anche in altre nazioni, europee e non. «Siamo riusciti ad entrare in circa 55 paesi - prosegue Federighi - e tra questi il Regno Unito e molti altri Stati dell’est Europa e del nord Africa sono oggi per noi dei territori nei quali abbiamo una forte presenza strategica". Un altro grande traguardo per l’impresa è stato il lancio nel 2008 di un ulteriore collirio, sempre di tipo monodose e multidose, che ha permesso ancora una volta all’azienda di confermarsi tra i leader del settore dell’oftalmologia. Esistono però anche altri prodotti, come già anticipato, anch’essi realizzati e sviluppati nello stabilimento di Ospedaletto, come orgogliosamente osserva l’azienda. Parliamo di integratori alimentari e di salviette per la pulizia oculare, un unicum per il mondo pharma. Altrettanto importanti per la casa farmaceutica sono i laboratori di produzione, moderni, funzionali, e che godono delle migliori certificazioni di qualità. All’interno i vari team specializzati garantiscono una costante innovazione scientifica, sempre rivolta al futuro. La sfida oggi per Farmigea è quella di continuare ad investire massimamente in ricerca e sviluppo (l’azienda viaggia al ritmo di un brevetto depositato all’anno), e cercare di entrare entro il 2025 nel mercato di molti altri paesi, gli Stati Uniti su tutti. «Questa sfida non è facile - conclude Federighi - ma siamo su una buona rotta e dobbiamo fare squadra, tutti insieme, per limitare i danni creati sia dal Covid sia da tutto ciò che ne è derivato in seguito, come la mancanza di alcune materie prime: supereremo anche questi ostacoli e ci proietteremo verso il futuro, con passione e determinazione". Guardare al futuro con ottimismo e competenza è quindi la vera mission per Farmigea, che vuole portare avanti anche una tradizione familiare attiva da ben 76 anni.