Pozzanghere, ubriachi metropolitani e la bussola del cuore

L'esordio poetico di Luca Dino Manzi con 'Rum e cioccolato'

La copertina di 'Rum e cioccolato' di Luca Dino Manzi

La copertina di 'Rum e cioccolato' di Luca Dino Manzi

Pisa, 30 maggio 2021 - Luca Dino Manzi è un giovane poeta pisano, che porta con sé la freschezza dell'età e della ricerca, tra 'Rum e cioccolato', sua prima raccolta edita da 'Porto seguro'. Le intuizioni dell'adolescenza (“Ad occhi chiusi sognavi/ il mondo è bello solo se lo ami”) si consegnano a una versificazione libera che trova il ritmo nelle assonanze, talvolta rime, come in 'Spaesato': “... nella terra priva di sentieri/ per me il cuore rimane/ l'unico/ tra consiglieri/ e vago nell'ignoto/ solo e sperando di tornar a casa un giorno/ ma meno vuoto”. La ricerca di un orientamento adulto gioca con l'indugiare, con il cullare le sensazioni, come quando si trova di fronte alla 'Finestra di Natale': “Smisi di guardarla/ per continuare a camminare/ nella strada dei ricordi/ dove a volte vado a sognare”. C'è in Manzi la curiosità del cronista che individua in un dettaglio una chiave di lettura, con sbocchi efficaci che si rivelano ne 'La pozzanghera' (“Il lago è mio amico/ il pesce riflette/ nelle acque/ del lago del mondo/ e l'universo riflette/ poi mi risponde/ vuole abbracciarmi e vuole baciarmi/ il desiderio di sdraiarmi/ voglio essere cullato da te/ mia piccola pozzanghera/ così nera e sporca/ mi piaci, ti adoro/ tu rifletti, fai sembrar tutto oro”) o nella descrizione degli abitanti di strada, gli “ubriachi metropolitani”: “Le mani si arrostivano sul fuoco/ il barile era vuoto/ adesso era acceso/ dalla fiamma dell'inerzia./ Vie degradate/ persone martoriate/ questa è la metropoli/ frenetica e caotica scatola/ di cemento armato/ e metallo. L'odore è orrendo ma scherzano felici/ parlano di anni andati/ e di sogni che sono arrivati/ volar basso/ adesso è la virtù/ se hai paura di cascare/ non arrampicarti tu”. In queste pagine di esordio poetico c'è la forza calda di certezze offerte, “in un mondo filamentoso”, umbratile, senza pretese ma per questo più convincenti, emanate in qualche modo da “l'anima di fuoco... la luce da cui la terra si è formata”.

Michele Brancale