Ugolino e la Torre della fame Così la scena dantesca ha ispirato i grandi artisti

Un volume illustra i modi in cui è stato rappresentato l’antico signore di Pisa

"Ugolino e gli artisti. Da Botticelli a Rodin" inaugura la collana "Nella Torre di Ugolino" che – in occasione dell’anniversario dantesco del 2021 - analizza la fortuna, in primo luogo figurativa, del celebre episodio pisano della Divina Commedia. La "forma" è una sorta di mostra cartacea alla scoperta di pittori, scultori e e grafici di tutta Europa, dal Rinascimento ai giorni nostri, elegante "catalogo" che indica Pisa come tappa sicuramente da valorizzare in questo anno così speciale di celebrazioni e iniziative.

I resti della Torre della fame, brillantemente recuperati – negli anni Ottanta del Novecento – da un intervento di restauro dell’architetto Francesco Tomassi e visibili all’interno del Palazzo dell’Orologio di Piazza dei Cavalieri (sede della Biblioteca della Scuola Normale Superiore), fanno di Pisa, a tutti gli effetti, un "luogo dantesco". Con il patrocinio del Comitato Nazionale per la Celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e della Società Dantesca Italiana, il libro (Edizioni Ets, 24 euro) di Sandro Morachiodi, è un viaggio angusto e tenebroso, tra paesaggi infernali e oscuri spazi carcerari, in compagnia di uno dei più ‘terribili’ e patetici personaggi della letteratura mondiale.

Capace di spaventare e commuovere, d’impietosire e inorridire, a partire dalla seconda metà del Settecento la tragica fine di Ugolino esercitò un enorme fascino su diverse generazioni di artisti. Vendicativo iracondo, vorace, ma anche tetro e disperato, spossato e brancolante. Il conte evase dai recinti dell’illustrazione dantesca e divenne un’immagine autonoma, potente e duttile: fu il padre di famiglia costretto, giorno dopo giorno, a veder morire di fame la prole; l’aristocratico laico oppresso dal potere clericale; il prigioniero politico. Ma fu anche l’eterno divoratore, l’atroce cannibale, la ‘bestia umana’ che sopravvive ai figli. Concepito come un catalogo illustrato dello straordinario interesse che la storia del conte Ugolino ha suscitato nelle arti figurative europee, questo libro costituisce la prima rassegna ragionata delle rappresentazioni iconografiche dedicate all’episodio dantesco, dagli archetipi rinascimentali alle interpretazioni tardo-ottocentesche. L’autore Sandro Morachioli (Genova, 1981) è ricercatore di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università ‘Federico II’ di Napoli. Le sue ricerche vertono sugli intrecci tra linguaggi artistici, media e sistemi culturali tra Otto e Novecento. Oltre a numerosi saggi e articoli di argomento storico-artistico, è autore di una monografia sulla nascita della caricatura moderna in Italia (L’Italia alla rovescia, Pisa 2013). Con la prefazione di Claudio Ciociola, ordinario alla Scuola Normale Superiore e direttore della collana, e la premessa di Stefano Carrai.