Ucciso con un colpo di pistola a Marina. Fermato nella notte un giovane italiano

Secondo gli investigatori avrebbe sparato al 19enne Ayoub Jarmouni

Il giovane ucciso a Marina

Il giovane ucciso a Marina

Pisa, 17 dicembre 2017 - C’E’ UN FERMO per l’omicidio della pinetina di Marina. Secondo alcune indiscrezioni gli agenti della squadra mobile nel corso delle ultime ore avrebbero messo le manette ai polsi di un giovane ritenuto il responsabile della morte di Ayoub Jarmouni, un 19enne di origini marocchine, rinvenuto sabato 9 dicembre scorso vicino al Bagno Arcobaleno. Al momento secondo quanto si apprende non vi sarebbe ancora la convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria, ma potrebbe arrivare nel corso della giornata odierna o anche domani mattina così come prevede il codice di procedura penale deve arrivare entro le 48 ore dal momento in cui è eseguito il fermo d’indiziato. Le manette sarebbero scattate ai polsi di un giovane italiano (M. A. del 1993) conosciuto nell’ambienti del mondo della droga. A lui gli investigatori sarebbero risaliti ricostruendo le ultime ore di vita di Ayoub Jarmouni e grazie ‘tracce’ telefoniche lasciate nella zona in cui è stato rinvenuto, da un passante, il cadavere del giovane migrante, oltre ad altri elementi ritenuti fondamentali.

Come i lettori ricorderanno il cadavere di Ayoub Jarmouni è stato scoperto da un ambulante di Tirrenia, quel sabato, mattina, molto presto stava facendo una passeggiata insieme al suo cane. In un primo momento gli inquirenti avevano pensato, dal momento che il cadavere non presentava particolari segni di violenza, che si trattasse di una morte per overdose. Ma poi attraverso la Tc eseguita dagli specialisti della ‘virtupsia’ pisana è emerso che il graffio al collo, in realtà , altro non era che il foro di entrata di una ogiva esplosa da un’arma di piccolo calibro. Capire chi ha sparato e perché è quindi diventato, da quel momento, il compito degli investigatori guidati dal pubblico ministero Paola Rizzo. La pineta che nasconde discariche, a volte manufatti abusivi, in qualche caso anche spaccio. Per chi indaga quello è stato sin da subito il mondo in cui cercare la mano che ha ucciso Ayoub. «In considerazione

del luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere e delle tracce di stupefacenti, gli inquirenti scavano negli ambienti dello spaccio, non escludendo che possa trattarsi di un regolamento di conti fra bande rivali». E la rete tesa dagli investigatori nelle ultime ore ha dato i frutti sperati. A finirci dentro, appunto, un giovane italiano su cui adesso pende l’accusa di omicidio volontario e che nelle prossime ore dovrà comparire davanti al gip per la convalida dell’arresto. E, solo allora, si conosceranno i contorni più precisi di un omicidio che ha sicuramente scosso la comunità del litorale pisano.

«Bisogna risalire agli anni ’60-’70 per trovare nella memoria dei marinesi un fatto di sangue del genere», commentano gli abitanti di Marina. Il 14 dicembre 1970 Valerio Marchetti e Anna Maria Gentili furono uccisi sulla via della Bigattiera da un rapinatore. Il 14 febbraio 1971 Giovanni Persoglio, squarciato da una bomba alla macelleria in via Padre Agostino da Montefeltro. E alla fine degli anni ‘70 una donna appassionata di caccia sparò e uccise il convivente a Marina.