
Nella foto alcune organizzatrici con le ricercatrici protagoniste. A partire da sinistra: Lazzeri, Mennucci, Di Pasquale, Binda, Pepicelli, Maglieri e Chiofalo
Sono tante e si occupano di discipline diverse, ma la pensano allo stesso modo e sono tutte donne. Volutamente. "E’ stata proprio una scelta quella di ’escludere’ gli uomini da questo progetto - chiariscono le organizzatrici - Forse è controtendenza, lo sappiamo. Ma di solito sono loro ad avere ruoli di prestigio, a ricoprire posizioni apicali e ad avere visibilità. Spesso i panel di convegni sono ’manel’. Per una volta, senza che ci sia nulla di male, abbiamo preso la scena noi".
’La Mente: non è come sembra’ è lo spettacolo che va in scena stasera dalle 21 al teatro Verdi ed è qualcosa di estremamente particolare, ideato da un gruppo di donne che lavorano in diversi campi della scienza, dalla chimica, alla fisica, attraversando la biologia fino ad arrivare alla storia: in particolare, Benedetta Mennucci, Marilù Chiofalo, Vittoria Raffa e Renata Pepicelli.
Si tratta del primo appuntamento del ciclo StarDust, un progetto dell’Università di Pisa che punta a raccontare le frontiere della ricerca scientifica attraverso lo sguardo e le parole delle sue ricercatrici e che mira ad avvicinare alla ricerca giovani ragazze. "Vorremmo cambiare il modo di raccontare la ricerca - spiega Mennucci - usando la voce delle donne. Se pensiamo ad un laboratorio di ricerca, soprattutto in ambito Stem, nell’immaginario comune è composto da scienziati uomini".
"Va detto chiaramente - aggiunge Pepicelli - che non è neutro il nostro genere quando facciamo ricerca. Le domande che un uomo o una donna pongono alla realtà sono diverse. Generi binari e non entrano e interrogano le realtà studiate. Avere sul palco ricercatrici di ambito scientifico e umanistico - l’antropologa culturale Caterina Di Pasquale, la fisiologa Paola Binda e l’etologa Veronica Maglieri - consente di ascoltare punti di vista molto diversi che spiegano la complessità che c’è dietro alla costruzione del pensiero scientifico oggettivo". Al centro della serata, però, anche il tema della differenza fra apparenza e realtà nel tentativo di smontare la convinzione che scienza equivalga sempre a certezza. Per fare questo sale sul palco l’attrice Isabella Ragonese con Alice Milani, illustratrice e fumettista ed Emanuela Ligarò, in arte Gold Mass, compositrice di musica elettronica, che effettuerà l’accompagnamento musicale in un teatro che non vuole farsi cinema, ma prova ad accorciare le distanze fra palco e spettatori, sotto la regia e il coordinamento artistico di Cristina Lazzari e l’aiuto di Margherita Guerri.
Maria Cristina Capaccioli