Spiragli per la Stazione Marconi. La giunta delibera il rinnovo della concessione altri 7 anni

Dopo l’appello dei adioamatori e le proteste dei Marconi Labs, qualcosa si muove: il Comune inoltra la richiesta al Demanio: "Soluzione rispondente alle finalità e ai programmi amministrativi" .

Dopo l’appello, nelle scorse settimane, da parte della sezione di Pisa dell’associazione radioamatori italiani, che ha seguito le proteste dei Marconi Labs di Coltano qualcosa sembra muoversi riguardo alla Stazione Marconi, fagocitata dal degrado. La Giunta comunale infatti, nelle scorse ore, ha approvato l’atto di indirizzo per il rinnovo della concessione demaniale dell’ex Centro Radio Marconi. Il bene è di proprietà dell’agenzia del demanio. Nel maggio 2020 era stato sottoscritto un atto di concessione temporanea con il Comune di Pisa, scaduto poi nel 2022 e rinnovato per un ulteriore biennio. "Attualmente la struttura versa in condizioni di forte degrado e l’interesse dell’amministrazione è mantenere la disponibilità dell’immobile, in quanto soluzione rispondente alle finalità e ai programmi amministrativi", rivelano da Palazzo Gambacorti in una nota. Già due anni fa infatti il sindaco Michele Conti rivelò, proprio nell’annuale meeting della Marconi Labs di Coltano, si impegnò, entro i primi mesi del 2023, ad acquisire il bene dall’agenzia del Demanio. La richiesta fu inviata nel 2020, dopo che lo stesso sindaco si era impegnato, nel 2019, a stanziare un milione di euro per il restauro.

Novità non erano più arrivate e, da diverso tempo, si attende un progetto che possa ridare dignità e lustro a un importante centro scientifico italiano. La storia della stazione radiotelegrafica Guglielmo Marconi ha origine nei primi anni del 1900. Venne inaugurata infatti a Coltano nel 1911 alla presenza del celebre scienziato, chiamato da re Vittorio Emanuele III. In questo luogo storico fu perfino ricevuto l’SOS del Titanic e, nel 1931, partì proprio da Coltano il segnale che accendeva le luci del Cristo Redentore a Rio de Janeiro.

Fino al 1940 fu un centro regolarmente attivo e utilizzato per comunicazioni in tutto il mondo, ma durante la seconda guerra mondiale le sue antenne furono distrutte e mai più ripristinate. Di proprietà demaniale, l’edificio si trova in stato di abbandono e ha subito diversi crolli. Oggi la natura infatti è tornata a prendere possesso della struttura tra piante rampicanti, una fitta vegetazione e interventi di pulitura che non vengono predisposti da prima del Covid, come rivelato dalle associazioni che hanno a cuore questo bene.

Michele Bufalino