REDAZIONE PISA

Scomparso il dipinto di Chiara Gambacorta

Una grande tela settecentesca di Francesco Conti per San Domenico. Le indagini della Soprintendenza

E’ una storia intricata e misteriosa quella intorno alla sorte di un dipinto legato alla storia di Pisa: "La giovane Tora nella prigione domestica conversa col vescovo di Jaen". Tora è il nome di battesimo di Chiara Gambacorta, la beata pisana per la quale il padre fece costruire il convento di San Domenico. Per questa chiesa, nel Settecento, erano stati concepiti due dipinti, uno dei quali raffigurante appunto Tora, l’altro la beata Maria Mancini, realizzati entrambi dal fiorentino Francesco Conti (1681-1760). Che fine ha fatto quindi Tora? Il dipinto è sparito da non si sa quanto tempo e ora si trova nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti e viene ricercata dai Carabinieri del Nucleo Tutela nel corso delle verifiche e dei controlli sul mercato e sul web.

Ma cosa è successo? La segnalazione della sua sparizione risale a gennaio 2019 quando uno storico dell’arte, in una monografia su Francesco Conti, legge nella didascalia sotto al dipinto l’informazione che la foto risale al 1968, prima di un restauro, e che del dipinto non si hanno più notizie. Il "giallo" viene segnalato alla dirigente responsabile della tutela dei beni storico artistici della Soprintendenza, Loredana Brancaccio, che inizia a cercare il quadro, trovando subito il fascicolo relativo. Qui, assieme a foto e varie relazioni, si legge che nel 1968 la tela, assieme a un’altra, gemella, concepita per la chiesa di San Domenico, era stata inviata a restaurare a un laboratorio di Lucca. Nel fascicolo si trovano anche i documenti firmati dall’ex soprintendente Guglielmo Malchiodi, allora funzionario a Pisa, in cui si certificano saldo e collaudo delle due opere. Dalla lettura del fascicolo, si viene quindi a sapere che le opere sparite sono in realtà due e che una di essere era stata catalogata con un nome diverso rispetto a quello registrato. Brancaccio si mette subito al lavoro per cercarle entrambe. Una, quella con Maria Mancini, viene ritrovata nel Seminario Arcivescovile grazie all’intervento di Francesca Barsotti, responsabile Beni Culturali dell’Arcidiocesi. Ma di Tora nessuna traccia, nemmeno in San Domenico, gestita dall’Ordine di Malta, dove Brancaccio e Barsotti si recano in sopralluogo. Scatta così la denuncia al Nucleo Tutela dei Carabinieri che inizia a indagare senza per il momento trovare riscontri. Questa non è la sola misteriosa sparizione di beni storico artistici dalla Soprintendenza pisana. Sono ancora in corso le ricerche per il recupero degli ultimi quattro dei sedici quadri venduti illecitamente sul mercato antiquario e provenienti dal Museo di San Matteo, da dove nel 2003 erano stati mandati a restaurare, ma ne erano tornate solo cinque.

Eleonora Mancini