
Andrea
Ulmi*
Le ultime scelte sull’emergenza urgenza in Toscana rischiano di andare a scontrarsi con la normativa nazionale. Ogni eventuale decisione presa dalla Regione deve essere ben valutata. Sull’emergenza urgenza territoriale che è quella che riguarda il 118 e la continuità assistenziale, stiamo registrando da un lato decisioni giustificate da una innovazione e razionalizzazione organizzativa, che in realtà sono veri e propri tagli, dall’altro resistenze delle aziende sanitarie sull’allestimento dei corsi di formazione dei medici che potrebbero andare ad occuparsi del settore. Il primo punto di criticità riguarda, cioè l’ex guardia medica. La riduzione del servizio dalle 20 alle 24, rispetto al turno attuale dalle 20 alle 8 del mattino, sostituendo le ore mancanti con un servizio telefonico dovrebbe portare, secondo la giunta, ad un risparmio, ma se, come sembra, quelle notturne sarebbero recuperate nel diurno, a parità di ore, di risparmio non dovrebbe essercene, a meno che quelle stesse ore non abbiano un’altra destinazione e allora, peggio ancora, quale medico accetterà turni di 40 ore? Inoltre, la delibera 1108 per far fronte alla mancanza di medici dell’emergenza urgenza territoriale prevede l’organizzazione di corsi di durata semestrale, rinominati Deu, che abilitano quelli di altre discipline a salire sulle ambulanze pur non essendo specialisti della materia. E’ evidente che ci sono state resistenze al loro allestimento dai vertici sanitari aziendali, se ad un anno dalla delibera gli stessi corsi Deu non sono stati attivati, ma sembra che l’assessore Bezzini sia intervenuto personalmente sollecitandone, in maniera anche forte, la programmazione. Aspettiamo fiduciosi convinti della bontà della cosa, dato che ci risulta che nella Asl Toscana Sud-Est siano ben diciannove i medici che hanno manifestato interesse, rivolgendosi ai sindacati, di partecipare ai corsi Deu.
*Consigliere regionale Lega
Grosseto