REDAZIONE PISA

Poi la banda di Terricciola conquistò Montecatini

Una sfida con più di venti gruppi ma il secondo premio andò alla Monterosso

Il 2 e il 3 luglio 1911 il maestro Guglielmo Cappetti guidò la banda di Terricciola alla conquista di un importantissimo traguardo come ben raccontò un giornale pisano: "Si è svolto a Montecatini il concorso bandistico al quale presero parte più di venti bande, e della nostra provincia le due di Piombino, ambedue premiate, quella di Lari e quella di Monterosso Terricciola. Il teatro delle Varietà era affollato di pubblico intelligentissimo; il maestro Leoncavallo presiedette la giuria; e le esecuzioni furono tutte quante assai gustate ed applaudite. I nostri corpi musicali furono tutti segno di particolari simpatie per l’entusiasmo che seppero destare colla loro fusione e col loro colorito. Importante la esecuzione della banda di Monterosso Terricciola che nella Sinfonia dell’Italiana in Algeri e nella seconda suite dell’Arlesienne, mise in rilievo tutte le finezze più delicate, tutte le sfumatature di armonia e di vivacità, e vinse il secondo premio. La brava filarmonica, che era stata accompagnata a Montecatini dal presidente infaticabile il nobil uomo sig. Ugo Gherardi Del Testa, uno dei cittadini più cospicui di Terricciola per l’amore alle cose pubbliche e per la squisitezza dei tratti generosi, e da alcuni ed autorevoli membri del comitato, ritornò in paese (…) e fu salutata con acclamazioni entusiastiche e con dimostrazioni di calda ed affettuosa spontaneità. Il paese era imbandierato, il popolo festante; negli animi vibrava una concorde letizia: alla sera si illuminò gaiamente e si ripeterono evviva ed applausi, che toccarono il diapason più alto quando con gentile pensiero gli amici di Morrona arrivarono con una splendida fiaccolata a rallegrarsi coi vicini di Terricciola. Fu allora un delirio di popolazioni riunite amichevolmente nella celebrazione della vittoria: i musicanti erano abbracciati, Il maestro della banda, il valoroso prof. Guglielmo Cappetti, a cui si deve sì invidiato successo, era acclamato con le più vibranti espressioni; il presidente era salutato con grandi evviva".