Nuovo supermercato divide Borgo Stretto

Dibattito tra residenti e commercianti del centro. La Soprintendenza: "Avrà insegne sobrie e solo sulle vetrine. No alla ‘teoria’ di carrelli".

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Fa discutere l’apertura di un nuovo supermercato Pam in Borgo Stretto, angolo Largo Ciro Menotti, dove prima era il Monte dei Paschi di Siena. C’è chi si indigna per la sua stonatura con il contesto della via e dei suoi palazzi storici, chi ne apprezza la funzione sociale perché riduce l’uso dell’auto in piena ztl e chi lo preferisce ai tanti minimarket sorti come funghi nel cuore della città. Mille voci ema lo stesso sentire: stupore. Nel corso del dibattito, sfociato anche in diversi gruppi di facebook, c’è posto pure per molte riflessioni sul presente e su come negli anni, quelli della ricostruzione, sia stata gestita la politica edilizia in centro (per non parlare del commercio). Largo Ciro Menotti è iun po’ l’emblema del fuori contesto e di una ricostruzione post-bellica che ha lasciato una ferita nel volto storico della città. Un ‘fuori contesto’ in cui non stona la presenza del nuovo market, con i carrelli e i volanini delle offerte appiccicati alle vetrinee. Spetta alla Soprintendenza sventare situazioni del genere?

Ne parliamo con l’architetto Maria Grazia Tampieri, coordinatore della tutela monumentale e l’architetto Irene Lattarulo, funzionario responsabile di molti procdimenti per l’area pisana.

"Per quanto riguarda la destinazione di uso di un locale, gli unici riferimenti si possono trovare nei regolamenti urbanistici comunali. Rispetto ai timori di degrado – l’architetto Tampieri rassicura – all’esterno non potranno verificarsi situazioni di degrado come carrelli in strada, bacheche, ecc, perché un vincolo monumentale grava sulle aree pubbliche del centro storico e consente alle Soprintendenze di intervenire.Entro le mura di Pisa grava anche un vincolo paesaggistico". "Dal punto di vista dell’immagine questa Pam dovrà essere discreta. Le insegne, unico aspetto sul quale si è potuto intervenire dovranno essere minimali, di limitate dimensioni e presenti solo sulle vetrine: nello spazio esterno non potrà esservi aggiunto nient’altro. Non sarà il genere di supermercato che siamo abituati a vedere nelle periferie", assicura l’architetto Tampieri. La Soprintendenza è invece intervenuta per far rispettare i vincoli esterni: il percorso per le autorizzazioni è stato all’insegna del ridimensionamento degli standard pubblicitari del marchio (inizialmente il supermercato proponeva un’insegna impattante, niente affatto in armonia con il contesto). "L’insegna ora è sobria – spiega la Tampieri -, e a malapena si nota che c’è un supermercato. Fra le richieste negate, ad esempio, l’esposizione di una bacheca esterna e l’impiego di carrelli. Insomma, regole strettissime, per rispettare il contesto esterno: di fronte a possibili trasgressioni, in qualsiasi momento la Soprintendenza potrebbe richiedere il rispetto delle prescrizioni ed eventualmente dare corso a sanzioni".

R.P.