Mercati bloccati dal Covid ‘Le nostre richieste a Roma’

Confesercenti: "Il prefetto ha fatto da tramite con la task force del ministero"

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Le richieste degli ambulanti sono ’volate’ fino alla capitale. I mercati sono all’aperto, sicuri e vendono prodotti anche essenziali. "Le giuste rivendicazioni degli ambulanti che in queste settimane abbiamo rappresentato nelle diverse manifestazioni, sono arrivate sul tavolo della task force del ministero dell’Interno che si occupa delle interpretazioni del Dpcm. E questo grazie al prefetto Giuseppe Castaldo che abbiamo incontrato giovedì". Le proteste degli ambulanti pisani sono arrivate fino a Roma, come si capisce dalle parole del presidente provinciale Anva Confesercenti Roberto Luppichini; Luppichini che insieme al responsabile Anva Toscana Nord Claudio Del Sarto e del responsabile area pisana di Confesercenti Toscana Nord Simone Romoli sono stati ricevuti a Palazzo dei Medici.

La voce dalla strada alle scrivanie di chi prende decisioni. "Dopo le nostre iniziative a Cascina, Pisa e Pontedera – spiega ancora Luppichini – abbiamo redatto un documento che abbiamo consegnato al prefetto Castaldo che ringraziamo pubblicamente per averci concesso in tempi brevi l’appuntamento da noi richiesto. Le anticipazioni che la Toscana dal prossimo 4 dicembre uscirà dalla zona rossa sono sicuramente positive, perché già a partire dall’arancione i mercati potranno riaprire con tutti i settori merceologici. Nell’attesa, però, passerà un’altra settimana in cui la stragrande maggioranza degli operatori non potrà lavorare. Da qui l’appello al ministro, attraverso appunto il passaggio con il prefetto, affinché si possano allargare le maglie intanto per quei generi ritenuti essenziali che vengono venduti nei negozi ma non nei mercati".

La delegazione di Confesercenti Toscana Nord ha ribadito al prefetto che siamo di fronte ad una "distorsione ingiustificata della concorrenza e della lesione dei principi costituzionali di libertà di iniziativa economica e d’impresa laddove si consente la vendita di prodotti di prima necessità quali articoli di abbigliamento e calzature per bambini, fiori e piante, biancheria e detergenti nei centri commerciali, nelle strutture della grande e media distribuzione, negli esercizi di vicinato a posto fisso e agli operatori su area pubblica che operano in forma itinerante e su posteggi singoli fuori mercato, ma non nelle aree mercatali". Insomma, gli ambulanti si sentono discriminati senza un motivo. E chiedono interventi immediati per un settore già in crisi per mille motivi.