
Voleva fare il militare come papà. La piccola vittima di questa assurda tragedia è ricordata da tutti come un bambino pieno di energia e di gioia, e molto divertente. La notizia della sua morte ha gelato tutti, riempiendo di silenzio e di lacrime la serenità di un sabato pomeriggio per le molte persone che con l’undicenne avevano familiarità. Si faceva notare per la sua allegria e per la vivacità di una intelligenza già dirompente e a volte addirittura spiazzante. Era un bambino che restava impresso. Fino a venerdì era stato a scuola. Frequentava la quinta elementare in un istituto di Pisa.
Anche qui la notizia della sua morte ha gelato a tutti il sangue. "Era un bambino amato da tutti", semplici e affogate nel dolore e nell’incredulità le parole che arrivano dalla dirigenza della scuola, dove ieri la notizia è arrivata diramandosi, poco a poco, anche fuori, tra le famiglie degli studenti e dei compagni di classe del piccolo. Da lunedì il suo banco vuoto farà interrogare molti di loro. La sua è sempre stata una classe molto unita e con le maestre c’è un rapporto familiare e molto stretto. Sarà difficile per loro, lunedì, spiegare perché quel bambino così pieno di energia, quel bambino così intelligente non è tornato a scuola.
Tra i compagni di classe c’è anche il suo migliore amico, quasi un fratello minore per lui, che era figlio unico di due genitori che tutti descrivono come assolutamente devoti e innamorati di questo bambino. Un bambino che – raccontano a scuola – non aveva ombre, ma la luce di una età che fa guardare sempre avanti. Era un bimbo assennato e splendeva. "Era un bimbo meraviglioso e buffo, come tutti i bimbi", così lo ricorda Serena, la madre del suo migliore amico. "Viveva la vita in pienezza, come tutti i bambini, poteva essere allegro, divertente, anche polemico. Aveva tanti amici ed era aperto, estroverso. Insomma, era un bimbo spensierato e felice". Per chi conosceva il bambino è difficile trovare una spiegazione alla tragedia di ieri. "Con mio figlio – racconta la professionista che abita nel pisano – erano sempre insieme e condividevano la passione per i videogiochi. Minekraft era il loro preferito, un gioco di costruzioni, assolutamente non violento, insomma, adatto ai bambini. Ma andavano anche insieme in biciletta, oppure giocavano come fanno tutti i bimbi con i classici giochi come acchiappino e simili. Si divertivano tanto".
"L’ho visto crescere con mio figlio, fin dalla prima elementare sono stati sempre insieme. Ora gli ho dovuto dire che il suo migliore amico non c’è più. Mi ha detto ‘perché, mamma, perché? Non si muore a 11 anni". "Sa che la morte esiste – commenta la donna – ma credo che gli risulti difficile realizzare. Sarà un percorso difficile. Penso a quei genitori, a quello che stanno vivendo. È una tragedia. Cercheremo di essere vicini a loro in questo momento. Sono due genitori straordinari che avevano un bellissimo rapporto col figlio. Una famiglia sana e serena e amata da tutti".
Eleonora Mancini