A processo la maga che 'parlava' con i morti

Una ragazza, di 28 anni, di Cascina (Pisa) succube della 'medium' le avrebbe dato 18mila euro. La 'medium' è residente a Camaiore (Lucca)

Medium a processo

Medium a processo

Pisa, 19 settembre 2019 - Il Gup di Firenze ha rinviato a giudizio Francesca Vitali, la ‘medium’ lucchese di 57 anni, ex commerciante, arrestata nel luglio 2017 dalla polizia per circonvenzione di incapace e truffa aggravata. Tra le sue vittime anche una giovane cascinese. Il giudice ha tuttavia accolto la principale richiesta della difesa, avanzata dalle avvocatesse Elena Libone e Sara Navari, cancellando il reato di riduzione in schiavitù tuttora sostenuto dal pm e facendo passare quindi la competenza territoriale al tribunale di Lucca. Il processo si aprirà il prossimo 3 dicembre al collegiale.

La donna, residente a Camaiore (Lucca), è molto conosciuta a Lucca dove gestiva la camiceria ‘Harry & Sons’. Proprio nel negozio, chiuso nel novembre 2015, aveva accolto varie persone, in particolare donne, convinte di poter parlare tramite lei con i propri defunti. La Vitali le invitava nel retrobottega e metteva su carta con la ‘scrittura veloce’ le frasi dettate dallo spirito guida. L’ex commerciante avrebbe incamerato circa 45mila euro raggirando, secondo l’accusa, alcune persone "emotivamente e psicologicamente fragili". I soldi non li pretendeva, a quanto pare, ma avrebbe spinto loro a darglieli con una sorta di sudditanza psicologica, facendo leva sui cari defunti con i quali appunto "parlava". Il suo negozio aveva chiuso i battenti da un giorno all’altro e lei si era dedicata esclusivamente alle remunerative sedute spiritiche.

C’era chi le versava 5mila euro, chi addirittura 20mila. Solo per avere il privilegio di dialogare con i propri cari estinti. "Liberalità", sostiene la difesa. Da una 28enne di Cascina, completamente soggiogata, la maga avrebbe ricevuto 18mila euro. Le clienti in pratica pendevano dalle sue labbra per ottenere indicazioni sulle volontà dettate dallo ‘spirito guida’. Dovevano però tagliare i ponti col passato e spesso anche con la famiglia, che magari non vedeva di buon occhio la situazione.

In particolare la giovane di Cascina, impiegata all’Università di Pisa, succube della maga, era andata a vivere con lei nell’abitazione di Camaiore e le versava 500 euro al mese per pagarle il mutuo. I genitori della ragazza, che non riuscivano neppure a parlarle per telefono, alla fine avevano denunciato la ‘medium’ facendo scattare l’inchiesta con tanto di intercettazioni telefoniche. Ora si sono costituiti parte civile. Il pm fiorentino Eligio Paolini aveva contestato anche i reati di riduzione in schiavitù e maltrattamenti in famiglia, negati però dal Gip già a suo tempo.

Una perizia ha anche stabilito che la 28enne (che ora vive per conto proprio) era in grado di intendere e di volere. "Una caccia alle streghe – commenta l’avvocato difensore Elena Libone – e finalmente avremo un processo dove chiarire tutta la vicenda".  

Paolo Pacini