SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Il Giro dei Miracoli. La cronometro della Torre. Vince Hoole nel diluvio

L’attesa, la folla, i paracadutisti e poi la tempesta prima dell’arrivo dei big. La maglia rosa Del Toro: "Ora lasciatemi andare a mangiare gli spaghetti".

L’attesa, la folla, i paracadutisti e poi la tempesta prima dell’arrivo dei big. La maglia rosa Del Toro: "Ora lasciatemi andare a mangiare gli spaghetti".

L’attesa, la folla, i paracadutisti e poi la tempesta prima dell’arrivo dei big. La maglia rosa Del Toro: "Ora lasciatemi andare a mangiare gli spaghetti".

Strano come uno sport tanto romantico si riduca a gambe, sudore e pioggia. I muscoli dell’olandesone Daan Hoole che si aggiudica la cronometro Lucca-Pisa; il sudore del messicano Isaac Del Toro che mantiene aderente sulla pelle la maglia rosa e l’acquazzone che si abbatte impertinente sulla città proprio all’arrivo dei big.

Eppure è festa, festa grande come questo maggio ci ha abituati a queste latitudini. I 28,6 chilometri che uniscono le Mura di Lucca alla Torre di Pisa si dipanano lungo un torpedone di folla, colori e affetto. Ancora una volta, dunque, il Giro è più una questione sociale che sportiva: una magia collettiva che trasforma le strade di ogni giorno nei luoghi di un’impresa. Piazza dei Miracoli è dunque l’epicentro di una grande sinergia. Turisti che si mescolano con pisani, sportivi incollati ai maschi schermi e – a pochi passi – giapponesi che scattano la classica foto "reggi-Torre". Un grande mix esplosivo di contagiosa gioia. Così puoi trovare un gruppo di colombiani che non sa da quale parte girarsi: "Da un lato Piazza dei Miracoli – dicono – dall’altra il nostro Egan Bernal, un vero idolo sui pedali. Essere qui è stupendo.Che altro dire?".

Che il maltempo per fortuna risparmia la città fino alle 16.30. Ciò permette ai paracadutisti di lanciarsi dall’elicottero e atterrare sul perfetto prato verde con le bandiere di Pisa, Italia, Esercito e Giro d’Italia. Applausi. Quindi la folla che pian-piano si avvicina alle transenne fra musica dance e animazione. Quindi il passaggio dei ciclisti: uno dopo l’altro come una sfilata di moda. Daan Hoole (Team Lidl-Trek) – vincitore della decima tappa in 32’ e trenta secondi – è fra i primi a transitare con l’asfalto ancora asciutto. Dalla sedia del più veloce non si alzerà più. I big più attesi però sono Roglic e gli italiani Tiberi e Cecconi: "Anche se noi facciamo il tifo per Mads Pedersen – spiega una coppia di danesi – e siamo felicissimi di poterlo vedere dal vivo nella piazza più bella del mondo".

Entusiasmo, ma anche occasione di protesta. Numerose le bandiere della Palestina all’arrivo e durante il percorso. Una vocazione internazionale che ritroviamo anche nello spagnolo divertito di Isaac Del Toro (Uae team emirates) che difende la maglia rosa con 25 secondi sul compagno di squadra Juan Ayuso: "Una buona giornata – dice il messicano –. E’ incredibile avere la maglia rosa e il problema non è quando mi sveglio con questa casacca addosso ma è addormentarmi...". Poi la luce del box delle interviste salta e Del Toro ne approfitta per scappare: "Lasciatemi andare, così mi mango un piatto di spaghetti e vado prima a letto". Così come per Pisa, il sogno continua.