Esercito e Sant’Anna "Una grande sinergia"

Accordo di collaborazione tra la Scuola Superiore e la Divisione Vittorio Veneto. Obiettivo: "Sviluppare iniziative sui temi di sicurezza e gestione crisi"

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di Francesco Ingardia

E’ stato firmato oggi il protocollo di intesa, definito dalla Rettrice Sabina Nuti "convenzione di collaborazione strategica", tra la Scuola Superiore Sant’Anna e la Divisione Vittorio Veneto dell’Esercito Italiano, rappresentato per l’occasione dal Comandante della Divisone, il Generale Angelo Michele Ristuccia. "La partnership con un istituto così glorioso - aggiunge il Generale - assolve ad una funzione ben precisa, oltre ad una funzione di maggior integrazione tra apparati dello stato: quella di consentire alle forze militari impegnate sul campo di padroneggiare dati strutturali e informazioni (politiche, socio-economiche e non solo) determinanti per la piena comprensione del territorio in cui la missione si svolge e spazio operativo. A noi militari spetta la conoscenza, la Scuola Superiore ci supporta nella comprensione". Focus del protocollo è l’analisi degli effetti che il conflitto russo-ucraino sta generando in un continente in particolare, l’Africa, sul quale l’Italia ha maturato nel tempo interessi, affari e attenzioni crescenti. Per questo motivo, nell’Aula Magna della Scuola, si è tenuto un panel con partecipazioni illustri, dai professori de Guttry e Strazzari all’Ambasciatore Romussi per l’Italia in Burkina Faso fino al Direttore per l’Africa Sub-Sahariana al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Giuseppe Mistretta. Oggetto della conferenza, e scopo di riflessione, è stato far luce circa la pervasività della Federazione Russa in ambito militare, economico e diplomatico sul continente africano. La Russia è primo fornitore di armi in paesi come Eritrea, Sudan e Repubblica Centrafricana, con una massiccia presenza sui territori del gruppo Wagner, nonchè principale finanziatore per la costruzioni di basi navali. In ambito economico, dominante è la presenza di Gazprom e Lukoil.

Ha promosso politiche di cancellazione del debito per i paesi africani più in sofferenza (vedi la Libia di Haftar) e in ambito diplomatico si è fatta promotrice della "Diplomazia del vaccino" con ingenti forniture del vaccino russo Sputnik. La strategia è evidente: accaparrarsi materie grezze di grande valore (oro e preziosi) e assicurarsi posizionamenti ambigui per paesi tenuti sotto scacco quando si tratta di votare risoluzioni di condanna alla Russia, promosse dalle Nazioni Unite, a difesa dell’’Ucraina. E per il paese invaso, macerie e danni economci a parte, gravosi sono gli effetti che il conflitto genera sul’Africa. Accademici e diplomatici, uniti e unanimi, concordano: "Nonostante le infinite potenzialità, dall’alta disponibilità di forza lavoro, la strategia sul Sahel e iniziative come l’ ’African Continental Free Trade Area’, un continente costituito da oltre cinquanta stati, in piena emergenza grano, chiede aiuto sperando di ricevere assistenza immediata". Ma istituzioni come NATO, Onu o Ue si sono dotate tutte di processi decisionali stratificatii e complessi. "Il potere attrattivo che paesi come Russia e Cina esercitano sull’Africa, risiede nel fatto che conquistano facilmente la fedeltà di questo o quel paese con denaro, armi, munizioni e approvvigionamenti nel mentre le organizzazioni internazionali stanno ancora decidendo il tipo di risposta".