"Scieri preso di mira dai commilitoni già sul pullman di ritorno in caserma"

L’ombra pesante del nonnismo nelle ultime ore di vita del parà morto ai piedi della scala in ferro della Gamerra

Emanuele Scieri

Emanuele Scieri

Pisa, 4 febbraio 2022 - Un viaggio a ritroso partendo dal giorno che cambiò la vita della famiglia Scieri. Le motivazioni del giudice per le udienze preliminari Pietro Murano, partono dal fatto, la morte di Lele. La ricostruzione degli orari e delle ultime sue ore di vita. Cosa accadde nei tre giorni cruciali da quando sparì a quando fu ritrovato morto? Nella sentenza emerge di nuovo il clima di nonnismo dell’epoca e "gli atteggiamenti dispotici" di alcuni caporali. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per Alessandro Panella e Luigi Zabara, i due ex caporali accusati di omicidio volontario aggravato in concorso di Emanuele Scieri rinvenuto senza vita il 16 agosto 1999 alla Gamerra di Pisa, sede del Centro addestramento paracadutismo: la difesa aveva discusso il non luogo a procedere. E su di loro il gup ha accolto la richiesta del procuratore Alessandro Crini e del sostituto Sisto Restuccia che hanno coordinato la lunga inchiesta sul giallo pisano, mandandoli a processo. Assolti, invece, in abbreviato, sia l’ex caporale Andrea Antico (di Rimini), accusato dell’omicidio in concorso di Scieri, che gli ufficiali ritenuti responsabili di favoreggiamento: il generale Enrico Celentano e l’ex aiutante maggiore Salvatore Romondia. Si guarda già all’appello. La storia viene ripercorsa dal giudice fin dalla comunicazione del ritrovamento del corpo intorno alle 14.20 del 16 agosto. Si entra nel dettaglio di come fu rinvenuto l’allievo: ai piedi della famosa scala in ferro della torre di prosciugamento dei paracadute da dove precipitò (per l’accusa dopo l’intervento dei tre imputati principali), col palmo della mano rivolto verso l’alto, il piede sinistro privo di scarpa, nel marsupio oltre al denaro e ai documenti di identità, il cellulare.

Quindi, si fa un passo indietro tornando al 13 agosto. Emanuele era arrivato da Firenze alla Gamerra in tarda mattinata con altri 69 colleghi di scaglione con cui aveva completato il periodo di addestramento. Il trasferimento era avvenuto a bordo di due bus militari. "Era stato caratterizzato da atteggiamenti dispotici tenuti da alcuni dei caporali istruttori preposti al controllo delle reclute e consistiti nell’obbligare gli allievi... ad assumere la posizione della sfinge stando seduti, in posizione eretta, con la schiena dritta staccata dallo schienale e le mani appoggiate sulle gambe, nonché a fare il viaggio, nonostante il caldo, con i finestrini chiusi e l’aria calda accesa".

Una volta nella città della Torre, come gli altri, anche il giovane era stato avvisato circa il problema del nonnismo e invitato a denunciare se ne fosse rimasto vittima. Dopo la mensa, alle 18, era andato insieme ai suoi camerati in piazza dei Miracoli. E aveva fatto rientro in caserma alle 22.15, dopo uno stop a un bar interno. Fece due passi lungo il viale che fiancheggia il muro di cinta verso il piazzale davanti al magazzino di casermaggio dove poi fu ritrovato cadavere. Rimase solo. Disse al compagno, per fare una telefonata e afferrò anche il cellulare che però poi - si è ricostruito - non usò. Forse non fece in tempo. Poi, più nessuna traccia. Alle 23.45 non si presentò al contrappello.