
Edipo Re & Giocasta in scena al Teatro Nuovo di Pisa
Pisa, 17 maggio 2025 – Il tragico racconto del re di Tebe dove libertà e necessità, colpa e fato si trovano intrecciati in una spirale di sgomento e di dolore vengono incanalati nel versante espressionista che esplora fino in fondo il paradosso della colpevolezza nell’innocenza. Tutto pronto per "Edipo Re & Giocasta" in scena questa sera, sabato 17 maggio, alle 21 al Teatro Nuovo di Pisa. Spettacolo per la regia di Claudio Ambrosetti, assistente alla regia Veronica Fersini, e con Lorenzo Marciante, Giulia Trimarco, Stefano Doroni, Pierluigi Zerbino, Veronica Fersini, Antonio Sutera, Francesco Giamblanco, Michele Cuchel. "Edipo re" è il primo “giallo” della storia. Ma è un giallo metafisico dove l'inquisitore è inquisitore di se stesso, e cosi va restituito nella scena. Una narrazione non troppo classica che lasci spazio a una dimensione interiore, dove il senso di colpa si insinua in una recitazione fatta di gesti e silenzi, oltre che di parole. Edipo, re di Tebe, è il simbolo di chi, nell'ignoranza delle proprie azioni, compie il male inevitabilmente. Il suo viaggio verso la scoperta della verità si rivela un’inesorabile discesa nella coscienza di una colpa che non può evitare, un destino che si compie oltre la sua volontà e la sua consapevolezza. La messa in scena non sposa nessuna pomposità e costumi neutri, spazi distorti e luci angosciose disegnano un mondo che riflette il caos morale e metafisico di chi fa il male senza saperlo. La tragedia di Edipo come eroe epico si ribalta in quella di vittima e carnefice della propria innocenza. In questa visione, Edipo Re non è solo una storia di scoperta e punizione, ma una profonda indagine sul mistero dell'innocenza colpevole. La tragedia si sviluppa attraverso un ritmo interiore, dove la tensione cresce nel non detto, nell'inesorabile avanzare della verità che distrugge ogni illusione trascina il pubblico in una riflessione sul destino, sulla responsabilità, su una giustizia imperscrutabile che punisce anche chi non è consapevole delle proprie colpe, sull'impossibilità di sfuggire a un destino che ci condanna proprio mentre siamo convinti di essere innocenti. L’incesto e il parricidio, cardini del mito, non sono solo atti consapevoli, ma simboli di un destino ineluttabile che si compie nella cieca ricerca di verità, sull’ambiguità morale e sul fragile confine tra colpa e innocenza, in una messa in scena dove il dramma personale di Edipo si riverbera come eco universale dell’umana condizione.