Calcio in mano ai violenti? "Sono criminali"

Allarme del sindacato dei calciatori e il caso Zaniolo. Caleri e Calori: "Il pallone è una scusa per tutti"

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di Michele Bufalino

A volte il crimine si traveste da tifo, mostrando la parte peggiore di sé. L’associazione italiana calciatori (AIC) stila un report annuale, intitolato ’Calciatori sotto tiro’ che non lascia molto spazio alle interpretazioni. Non solo gli ultimi episodi di violenza verbale e minacce nei confronti del giocatore della Roma Nicolò Zaniolo, ma il report mostra come – negli ultimi anni –, il fenomeno interessi tutte le categorie, dalla Serie A ai dilettanti. La Serie D, tra minacce e striscioni ha superato il campionato di Eccellenza come torneo in in cui si minaccia di più, mentre un caso su dieci riguarda i campionati giovanili. Offese, minacce e intimidazioni si snodano, per il 31% attraverso cori, dentro e fuori dagli impianti sportivi. il 26% attraverso i social, sia direttamente sia sui profili di fidanzate, mogli, figli, fratelli. "Nel calcio purtroppo si verificano sovente queste situazioni – dichiara Simone Calori, ex difensore del Pisa -. Ai tempi in cui militavo nel Perugia entrarono negli spogliatoi alcuni tifosi che volevano parlare con la squadra. Le pressioni sono tante e spesso ci sono anche fatti borderline che vengono strumentalizzati". L’esagerazione, per Calori, non può avvenire da una parte sola: "I giocatori devono fare il loro lavoro e non farsi conoscere più per quello che fanno fuori dal campo rispetto a ciò che fanno in campo – prosegue Calori –, mentre i tifosi devono essere rispettosi. Se si va oltre allora questo non ha niente a che vedere col calcio". "Tra i dilettanti ho visto tante situazioni al limite. Quando giocavo nel Rimini, al mio compagno Adrian Ricchiuti misero una bomba carta sotto la macchina che sbalzò la sua 500, ma fortunatamente nessuno era a bordo". Come si contrasta allora questo fenomeno? "Utilizzando le leggi vigenti – conclude Calori -. I calciatori vanno tutelati, i tifosi, quando non fanno i tifosi, puniti. Non col Daspo, ma se ci sono atti di violenza vera, minacce e percosse, si mandano le persone direttamente in galera. Vanno applicati le leggi normali, non far passare questi episodi come fatti da stadio". Anche Cristiano Caleri, direttore sportivo della Sangiovannese ed ex calciatore nerazzurro, è dello stesso avviso: "Non bisognerebbe mai arrivare alle minacce - commenta Caleri -. Quando si varca la linea della violenza, vanno applicate le leggi".