Bimba morta in auto, gli amici: "Il classico babbo modello. Vive per la sua famiglia"

A Riglione tutti sotto choc: "È terribile che sia capitato proprio a lui Non esiste un padre più attento"

L'arrivo della mamma, Gabriella Perrone, alla Continental, su un auto insieme ai carabini

L'arrivo della mamma, Gabriella Perrone, alla Continental, su un auto insieme ai carabini

Pisa, 19 maggio 2018 - «Un babbo innamorato delle sue bimbe. Se parli di uomini e devi fare un esempio in positivo, qui a Riglione dici ‘come Daniele’. Daniele è il classico babbo modello, che vive per le sue figlie, per la sua Gabriella. E io sono pronta a testimoniarlo, anche a giurarlo davanti a tutti. E mi sento morire a pensare come possa stare ora».

Al circolo Arci ‘La Pagoda’ di Riglione Daniele Carli è uno di famiglia, segretario del circolo Antonio Melani, è per tutti il ragazzo col sorriso, il marito e l’infaticabile organizzatore della Festa dell’Unità più popolosa e popolare di tutto l’hinterland pisano. È uno di famiglia per Emanuela Miniati, che, con le figlie Ambra e Ramona, gestisce il bar del circolino. Alla Pagoda la tv è accesa quando l’agghiacciante notizia rimbalza dai tg pomeridiani. E cala il gelo.

«Mi sento male – commenta Emanuela – . Mi sento male al pensiero di cosa possa aver patito quella piccina prima di morire chiusa nell’auto. Mi sento male a pensare a quella mamma. E mi sento male per il suo babbo, perché conosco lui ed è l’ultima persona a cui immagineresti che possa capitare una cosa del genere. Veniva qui con le bambine, la più grande, Lavinia, fa pattinaggio nella pista qui a fianco e la porta lui. E per dare un po’ il cambio alla moglie, a volte si portava dietro anche Giorgia, la più piccina. Due bimbe bellissime. Erano così contenti quando è nata la seconda. Quando Gabriella è rimasta incinta per la seconda volta era così emozionato, così tenero con lei. Io non ci posso proprio pensare che gli sia successa una cosa così terribile».

Nel piazzale davanti al circolo, il solito via vai di mamme e papà, o nonni , che portano o vanno a prendere i bambini e le bambine alla pista di pattinaggio. Come faceva spesso Daniele. Molti lo conoscono. E conoscevano la piccola Giorgia, l’angioletto con gli occhioni spalancati sul mondo a cui tutti si fermavano a fare i complimenti, una carezza un sorriso. Mauro ed Elena di bambini, più o meno della stessa età di Giorgia, ne hanno due. Gemellini. «Non li porto ancora al nido – dice lei – , perché in questo momento sono a casa e posso occuparmene. Ma appena andranno all’asilo, la prima cosa che farò è mettere in auto il dispositivo che segnala quando il bimbo è a bordo. Viviamo vite troppo stressanti, siamo sempre connessi col cellulare, con mille imput. E la notte magari non si dorme, perché ci sono le colichine, i primi dentini, o il febbrone. Il cervello è stanco e a un certo punto stacca. è come il colpo di sonno quando guidi e hai tirato l’alba in discoteca. Può capitare a tutti e anche ai genitori bravi come Daniele». Si asciuga le lacrime e sale in auto, il marito alla guida, lei dietro con i suoi gemellini. Intorno, altre macchine posteggiate: hanno quasi tutte il seggiolino ‘porta enfant’ sul sedile di dietro. Può succedere a chiunque. Ed è la cosa che fa più paura.