L'asilo, il campetto e la tv. San Giusto e i Cappuccini: alle radici di un quartie

Alla festa provinciale delle Acli, sabato scorso, la presentazione del viaggio dell'Acquario nella memoria nella storia recente del quartiere compreso fra l'aeroporto e la stazione

Le partite di calcio nel campetto davanti alla chiesa dei Cappuccini

Le partite di calcio nel campetto davanti alla chiesa dei Cappuccini

Pisa, lunedi 18 luglio 2016 - La prima scuola dell'infanzia di San Giusto? E' lì dove si trova ancora oggi, all'angolo fra le vie dei Cappuccini e di Goletta, e non a caso è dedicata a San Francesco. «L'hanno fatta i frati nel '55» ricorda Paolo Lanini, 76 anni, “sangiustese” dall'età di sette. Il primo campo sportivo? «Lo fecero sempre loro, nell'area verde di fronte alla chiesa: era l'immediato dopoguerra e per spianare il campo si fecero aiutare dai soldati americani che arrivarono con una ruspa». Ricordi di San Giusto e del Convento dei Cappuccini, il popolare rione compreso fra i binari della ferrovia e le piste dell'aeroporto, e la comunità religiosa che per anni ne hanno animato la vita sociale e civile. Che sono riaffiorati ieri sera proprio negli spazi che fino a qualche decennio fa hanno ospitato i religiosi, completamente rimessi a nuovo dalle Acli e dalle cooperative “Aforisma”, “Axis” e “Il Simbolo”, alla prima giornata della festa provinciale dell'associazione dei lavoratori cristiani, tutta dedicata alla ricostruzione partecipata della memoria di un luogo amatissimo dai residenti del quartiere. Un lavoro certosino, durato diverse settimane, un collage fatto d'interviste, immagini e foto d'epoca, sapientemente assemblati e montati dagli “artigiani” dell'Acquario della Memoria, l'associazione guidata dal regista Lorenzo Garzella e da anni impegnata nella ricostruzione partecipata delle memoria di luoghi ed eventi della storia recente.

Un impegno che ha prodotto un vero e proprio affresco di un quartiere popolare nell'immediato dopoguerra. In cui si stagliano alcuni personaggi che hanno segnato la storia di San Giusto. Fra questi soprattuto padre Ermenegildo Sisti, originario di Laterina (Arezzo) e fra gli anni '50 e'70 vero e proprio animatore del quartiere: fu lui a voler l'asilo e il campo sportivo. «E anche – aggiunge Lanini – a comprare il primo televisore del rione: uno scatolone di 90 chili di peso con uno schermo piuttosto piccolo». Si guardavano i grandi eventi sportivi, come i mondiali di calcio, e gli sceneggiati. Ma l'appuntamento fisso era il giovedi sera per “Lascia o Raddoppia”: «Nella sala della televisione si radunava una vera e propria folla: tanti dovevano portarsi pure un panchetto o qualcosa per sedersi da casa, perché non c'erano sedie per tutti». Grazie a padre Ermenegildo e al suo costante rapporto con il comune e le istituzioni locali, sono arrivate anche la farmacia e l'ufficio postale che prima mancavano. L'ultima realizzazione, però, non gli riuscì: In un grande immobile vicino alla chiesa aveva cominciato a realizzare anche un cinema parrocchiale, ma l'opera rimase incompiuta perché, a metà degli anni '70, l'ordine lo trasferiti a Livorno, nel quartiere di Borgo Cappuccini.