Un sospetto inquietante, che deve trovare conferma nelle analisi protamente avviate. Le acque di Pisa potrebbero essere contaminate da alcune sostanze chimiche nocive. Per questo è iniziata la spedizione "Acque senza veleni" di Greenpeace Italia che, partita da Pisa, toccherà 220 città per raccogliere campioni di acqua potabile alla ricerca delle Pfas (sostanze poli-e per-fluoroalchiliche), dannose per la salute conosciute come "inquinanti eterni". Le Pfas sono infatti scarti delle aziende manufatturiere come la carta, il tessile, l’area fluorovivaistica ma soprattutto il cuoio e la pelle, molto comuni in provincia di Pisa. Nello specifico, queste sostanze possono essere utilizzate durante alcuni cicli produttivi (per rendere la pelle impermeabile) e depositarsi dunque negli scarichi dei distretti industriali, finendo poi nei fiumi. Una volta dispersi nell’ambiente, i Pfas si degradano in tempi lunghissimi e possono inquinare fonti d’acqua, aria e coltivazioni e arrivare direttamente nel nostro corpo, con gravi rischi per la salute. Una di queste sostanze infatti, il Pfoa, è stato classificato come cancerogeno. Inoltre, l’esposizione a diverse molecole Pfas può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità. "Pochi mesi fa abbiamo denunciato la presenza di Pfas in corsi d’acqua toscani - afferma il responsabile della campagna "Acque senza veleni", Giuseppe Ungherese -. Abbiamo già trovato queste sostanze a Lucca e Capannori, temiamo che anche a Pisa possano esserci".
M. F.