DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

L’uso strategico della violenza politica

La morte violenta del conservatore americano avrà purtroppo serie conseguenze in un Paese già sufficientemente diviso, in cui la violenza politica unita alla estrema polarizzazione dello scontro ha contaminato e permeato il dibattito pubblico

Pecore Elettriche

Pecore Elettriche

Firenze, 14 settembre 2025 – Negli ultimi anni negli Stati Uniti – il riassunto lo ha fatto egregiamente il giornalista Ezra Klein – ci sono stati stati: un piano, sventato dall’Fbi, per rapire Gretchen Whitmer, attuale governatrice del Michigan. L’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Il tentativo di sequestro di Nancy Pelosi, già speaker della Camera degli Stati Uniti, e l’aggressione a suo marito Paul. I molteplici tentativi di assassinio di Donald Trump. L’assassinio della speaker della Camera dei Rappresentanti del Minnesota, Melissa Hortman, e di suo marito. Il ferimento del senatore John Hoffman e di sua moglie. L’assassinio da parte di Luigi Mangione di Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealth Group. L’assassinio di Charlie Kirk, avvenuto mercoledì in un campus in Utah. L’assassinio di Kirk, 31 anni, padre di due figli, tra i volti più noti del conservatorismo statunitense, avrà purtroppo serie conseguenze in un Paese già sufficientemente diviso, in cui la violenza politica unita alla estrema polarizzazione dello scontro ha contaminato e permeato il dibattito pubblico.

Robert Pape, politologo dell’Università di Chicago che ha studiato l’atteggiamento degli statunitensi nei confronti della violenza politica dopo l’attacco a Capitol Hill da parte di una folla trumpiana, ha condotto un sondaggio interessante e tragico nell’estate del 2024. Il 10 per cento degli intervistati aveva dichiarato che «l’uso della forza è giustificato per impedire a Donald Trump di diventare presidente»; un terzo di questo 10 per cento aveva anche dichiarato di possedere una pistola. Il 7 per cento aveva dichiarato di appoggiare l’uso della forza «per riportare Trump alla presidenza»; la metà di loro aveva dichiarato di possedere armi.

L’attentato a Trump del 13 luglio 2024, ha detto Pape, «è una conseguenza del significativo sostegno alla violenza politica nel nostro Paese». In effetti, «da anni negli Stati Uniti si moltiplicano gli attacchi di lupi solitari motivati dalla violenza politica contro membri del Congresso di entrambi i partiti, funzionari federali e leader nazionali». La violenza politica, dunque, è considerata una risorsa da una parte degli statunitensi. Secondo un sondaggio dell’Università di Chicago del 2023, Trump era visto come una minaccia alla democrazia di gran lunga maggiore rispetto a Joe Biden, con una differenza del 52 per cento contro il 33.

Non sappiamo quali numeri produrrebbe oggi quel sondaggio. Niente di buono, a occhio. Secondo Pape nel 2023 il sostegno alla violenza politica contro i membri del Congresso e i rappresentanti del governo era al 9 per cento – l’equivalente di 23 milioni di adulti – e distribuito in maniera equivalente fra destra e sinistra. Sono numeri agghiaccianti, che spiegano purtroppo bene quanto sia stratificato l’uso strategico della violenza politica negli Stati Uniti. Nelle ultime ore sui social sono divampati attacchi e insulti a Kirk dopo la sua morte. Come commentare idiozie del genere? Impossibile, quindi meglio lasciar perdere. È pienamente legittimo non avere le stesse idee di Kirk, non sostenerle, contrastarle politicamente. Ma non c’è niente, assolutamente niente, che giustifichi un omicidio. Le parole sono parole, i fucili sono fucili.