Elezioni a Rignano sull'Arno, nuovi insulti a Dominga Guerri

Stavolta è il turno di Mario Renzi: "Piuttosto che a governare, pronta a rigovernare". "Meno colta, meno storicizzata, senza una professione socialmente rilevante, rignanese fino a un certo punto, scarsa nei fondamentali della politica e potremo aggiungerne diverse altre". La candidata di Insieme per Rignano pronta alle vie legali

Dominga Guerri

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Rignano sull'Arno (Firenze), 8 giugno 2022 - Siamo a Rignano sull’Arno e c’è la campagna elettorale per le elezioni amministrative del 12 giugno. Sarà che è un Comune noto alle cronache - patria dei Renzi, sconfitti a suo tempo dal sindaco uscente Daniele Lorenzini - ma i toni sono tutt’altro che sereni. Dominga Guerri, candidata della lista Insieme per Rignano e vicesindaco di Rignano, è già stata attaccata da Michele Matrone, candidato del centrodestra: “Chi indossa un tacco 12 su un cantiere, cosa vuoi che ci capisca”.

Dove si vota il 12 giugno

Adesso è il turno di Mario Renzi, segretario generale di UILFpl Toscana. Su una pagina da lui gestita, Rignano 2022, è comparso un lungo post pieno di insulti: “Lo scontro al vertice riguarda quindi Insieme per Rignano e Rignano Unita. Dominga vs. Giacomo (Certosi, candidato della sinistra e del Pd locale, ndr). Io vedo in leggero vantaggio il secondo. È merito più della lista che di lui le cui facoltà interlocutorie e di confronto pubblico sui temi, sono apparse in queste settimane appena percepibili. È merito poi di Dominga che invece che rammentare ed emulare Lorenzini in tutti i modi e in tutti i versi, ha deciso di giocarsela in proprio. Con molta femminilità ed una dose di egocentrismo galattica ha preferito tenere piuttosto in disparte il suo mentore e questo soprattutto nello stile. Via la vis polemica del Dottor Daniele. Avanti la presenzialità elegantista fatta di ‘taierini’ variopinti e tacchi antonomatici ma anche di calma, di cordialità, di tolleranza, di toni bassi e indisponibilità al confronto aspro e diretto”.

Insomma, “secondo me non ha capito che rispetto al suo iniziatore, di cacio ne aveva ancora tanto da mangiare....! Meno colta, meno storicizzata, senza una professione socialmente rilevante, rignanese fino a un certo punto, scarsa nei fondamentali della politica e potremo aggiungerne diverse altre…! È vero. Il messaggio di fondo della lista era che loro avevano ben governato per 5 anni. Qualche satiro però ha fatto notare che la Dominga, in tal proposito, piuttosto che a governare appariva pronta a rigovernare”.

Dunque, “diranno adesso che anch'io come Matrone faccio attacchi sessisti e ponendo a base questo paragone, può essere anche vero. Lo confesso ma per quella che è la mia cultura laica e socialista, a dire che qualcuno che frequenta un cantiere con i tacchi alti è un bischero, non si fa del sessismo ma del buon senso che sarà fuori moda ma che dalle nostre parti rimane tale!”.

La candidata Dominga Guerri ha già dato mandato al suo legale: “Che dire di più? L’appello a parlare di me per quello che faccio e non per come appaio non è durato nemmeno una giornata. Probabilmente non avendo argomenti validi per parlare del mio operato e delle mie proposte, alcuni hanno preso a pretesto le amministrative di domenica 12 giugno per dare sfoggio della peggiore dialettica politica possibile. La lista di persone che si devono vergognare di quel che pensano e di quel che scrivono cresce di giorno in giorno. Oggi è il turno di Mario Renzi che, sulla pagina Rignano 2022 (che gestisce), giocando con le parole e provando ad anticipare la risposta, alla fine parla di tutto ciò di cui si dovrebbe vergognare ogni persona, figurarsi un socialista laico! Certo, non parliamo di Sandro Pertini ma di una figura politica assai più modesta…”.

Insomma, dice Dominga Guerri, “che schifo. Sessismo, classismo, maleducazione e discorsi del secolo scorso che mi fanno venire i brividi. Lo ripeto: sono orgogliosa di essere donna, sono l’unica donna candidata a Sindaco in questa tornata elettorale e lo rivendico con convinzione e con forza. Queste insinuazioni e queste violenze verbali sono inaccettabili ed emblematiche di una intollerabile mancanza di cultura politica e di rispetto personale e istituzionale”.