DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

Quella mano tesa tra 5 Stelle e talebani

Prima l’ex premier Conte ora leader del Movimento, poi l’ex ministro Fioramonti invitano a trattare. Ma a Kabul e dintorni quel che c’è di nuovo sono violenza e negazione dei diritti

Pecore elettriche

Firenze, 22 agosto 2021 - Quando i talebani saccheggiarono Kabul la prima volta, 25 anni fa, dissero che non erano alla ricerca di vendetta, anzi spiegarono di voler offrire l’amnistia a chi aveva collaborato con il precedente governo. Lo dichiarò anche un comandante talebano dell’epoca, poco prima dell’uccisione di Mohammad Najibullah, ultimo presidente della Repubblica Democratica dell’Afghanistan. I talebani lo evirarono, gli misero i genitali in bocca e lo finirono con un colpo di pistola.

Anche stavolta i talebani, che si sono ripresi Kabul dopo essere stati cacciati nel 2001 su iniziativa dell’amministrazione Bush, dicono che non ci saranno vendette, preannunciando un governo “inclusivo” (la parola feticcio degli anni venti del duemila). È bastato così poco per far gridare alla svolta moderata politici esultanti e giornalisti compiacenti, pronti a dire che i talebani sono diventati moderati, persino democristiani (titolo del Fatto quotidiano), insomma dei sinceri liberal-democratici. “Dobbiamo coltivare un serrato dialogo col nuovo regime, che appare, quantomeno a parole, da alcuni segnali che vanno tutti compresi, su un atteggiamento abbastanza distensivo”, si è addirittura lanciato Beppe Conte, presidente del M5s. “Mentre l’ex presidente Ghani, sostenuto dall’Occidente, scappa portando fuori dal paese 5 milioni di euro in contanti (presumibilmente mazzette), il nuovo governo dei talebani annuncia no burqa sì istruzione per le donne. Sogno o son desto?”, ha twittato Lorenzo Fioramonti, ex ministro dell’Università ed ex deputato del M5s, oggi nel gruppo misto.

A chi gli fa notare che i talebani non sono esattamente dei compagni che sbagliano, Fioramonti spiega che “dobbiamo provarci. Ho sentito i colleghi di Emergency (quali colleghi?, Nota delle Pecore Elettriche) sul campo e loro mi dicono che tira un’aria diversa, che forse questa volta si può trovare un punto di equilibrio. E noi dobbiamo fare la nostra parte lasciando aperta ogni porta a chi vuole trovare un compromesso”.

C’è in effetti un’aria nuova in Afghanistan. Basta vedere le immagini della popolazione che cerca invano di scappare assiepandosi all’aeroporto di Kabul o leggere le cronache dei corrispondenti da laggiù (Conte o Fioramonti possono consultare per pochi euro il Wall Street Journal, il New York Times o il Washington Post, nonché cercare i servizi di Clarissa Ward sulla Cnn) per capire che in effetti è tutta un’altra storia.

Le donne hanno paura a mostrarsi in pubblico ed è in corso una caccia casa per casa per trovare gli afgani che hanno collaborato con americani e governo precedente, ma la svolta liberal-democratica dei talebani prosegue incessantemente con l’uccisione di un parente di un giornalista di Deutsche Welle, emittente pubblica tedesca, e il ferimento di un altro. Pensate un po’, cari Conte e Fioramonti, il clima è così disteso e cordialmente distensivo che il governo passiflora dei talebani sta pensando di abolire la povertà e ridurre di un terzo il numero dei parlamentari.

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