Il palazzo di Bellavista sbarca al cinema di Venezia. Giovedì 7 settembre, alle 10.15, verrà presentato, all’hotel Excelsior del Lido di Venezia, il cortometraggio “La Campanella“ per la regia di Antonio Maria Castaldo. Il docufilm narra la storia di Villa Bellavista che ha accolto gli orfani dei vigili del fuoco nel dopoguerra. La pellicola è prodotta dal Dipartimento dei vigili del fuoco in collaborazione con l’Istituto Luce. Alla proiezione sarà presente anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ci sarà anche lo storico Alessandro Barbero che avrà il compito di raccontare quegli anni del nostro Paese. La pellicola riporta alla luce la storia dell’istituto nazionale maschile per gli orfani figli dei vigili del fuoco di Borgo a Buggiano, in provincia di Pistoia, attraverso il ricordo e il racconto di chi in quel luogo è cresciuto.
In diciannove minuti due personaggi, un vigile del fuoco e un anziano, inizialmente estranei e lontani si incontreranno attratti dalla forza di un legame che ha radici in un passato importante per entrambi. Il titolo del docufilm prende spunto dalla campanella che scandiva la vita dei ragazzi ospiti della struttura. Campanella che suonava per la sveglia, la scuola, il pranzo, la cena, il ritiro nelle camerate. "Mi sono reso conto – ha detto il regista e vigile del fuoco Antonio Maria Castaldo – durante il lavoro di ricerca, che un’istituzione ha un futuro solo se è consapevole del proprio passato. Il suono della campanella che ancora scandisce la vita nelle nostre caserme, questa volta ci ha fatto riscoprire una storia che si stava perdendo nel silenzio dell’oblio". La notizia è stata accolta con grande soddisfazione da Buggiano e dalla Valdinievole tutta, "affezionata" alla sua storia. Il complesso, eretto dal marchese Feroni nella seconda parte del 1600, venne acquistata tra il 1938 e il 1939 dal Corpo Nazionale dei vigili del fuoco. La villa fu destinata inizialmente a casa di riposo per il personale dei vigili del fuoco, poi a colonia estiva per i figli dei vigili del fuoco di tutta Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso iare fu venne utilizzato come ospedale militare per le truppe tedesche e, successivamente, americane. Finita la guerra furono eseguiti impegnativi lavori di adattamento per accogliere una numerosa comunità di ragazzi, orfani per cause di guerra, figli dei vigili del fuoco e mantenne questa destinazione fino al 1968.