REDAZIONE MONTECATINI

Terme e canestri d’autore con i due eroi olimpici

Incontro con Massimo Masini e l’attuale ct della Nazionale Meo Sacchetti. Enrico Campana: "Il primo vero lungo italiano e il "Nureyev del parquet"

Le leggende del basket italiano a Montecatini Terme: al Caffè Storico delTettuccio Massimo Masini e Romeo "Meo" Sacchetti si sono raccontati, incalzati da un giornalista di razza come Enrico Campana e davanti a ad una platea di appassionati del gioco incantata dalla grandezza dei due personaggi, tra cui spiccavano il presidente del Coni regionale Simone Cardullo e il numero uno della Fip Toscana Massimo Faraoni, oltre al sindaco Luca Baroncini e a dirigenza, squadra e staff tecnico del Montecatini Terme Valdinievole Basket, società organizzatrice dell’evento. "Masini è stato il primo lungo italiano di livello internazionale, Sacchetti invece lo descrivevano come il "Nureyev", ricorda Enrico Campana. Due giganti della palla a spicchi azzurra collegati dal "fil rouge" delle Olimpiadi. La manifestazione a cinque cerchi li ha visti entrambi protagonisti: il termale doc Masini partecipò a tre rassegne, la prima a Tokyo nel 1964, mentre Sacchetti vestì la canotta della Nazionale a Los Angeles 1984 e l’estate scorsa sempre nella capitale giapponese ha riportato da allenatore l’Italbasket alle Olimpiadi dopo 17 anni. Da Tokyo a Tokyo. Tante le domande al ct sul gruppo azzurro che ha fatto l’impresa vincendo il pre-olimpico di Belgrado: "Ho avuto la fortuna di avere giocatori molto disponibili, che hanno saputo fare gruppo – rivela Sacchetti - Fontecchio e Polonara sono stati dei trascinatori: erano già dei buonissimi atleti a livello fisico, li ho trovati migliorati tecnicamente. Melli è stato un capitano straordinario e a Gallinari va dato il merito di essere entrato in squadra in punta di piedi, pur essendo un giocatore Nba. Il giocatore che però mi ha fatto innamorare è Alessandro Pajola, che io definisco il Teodosic della difesa". L’esperienza di allenatore è un altro punto in comune fra i due ex olimpionici: Masini è stato colui che da coach della Panapesca ha lanciato in pianta stabile in prima squadra Andrea Niccolai: "Quando ero dirigente vedevo questo ragazzo che nelle giovanili faceva 50-60 punti tutte le partite, mentre noi eravamo in grande difficoltà – racconta Masini - Lo proposi all’allenatore dell’epoca, Michelini, che però non era molto convinto. Quando mi fu proposto di prendere in mano la guida tecnica della squadra puntai tutto su Niccolai, e anche su Boni". E a proposito di giovani, sul futuro della pallacanestro nostrana i due mostri sacri sono concordi: "Con il covid abbiamo perso tanto e dobbiamo recuperare – ammette Sacchetti – Ma abbiamo un vantaggio: il basket è un gioco divertente e coinvolgente per un giovane. E’ atletica con il pallone fra le mani".

Filippo Palazzoni