Terme, il bando può attendere

Per le Leopoldine spunta l'idea del project financing

Un momento della riunione della commissione

Un momento della riunione della commissione

Montecatini Terme, 11 gennaio 2019 - Spunta l’ipotesi del project financing per completare i lavori di realizzazione della piscina termale alle Leopoldine. L’amministratore Alessandro Michelotti prospetta adesso questa possibilità all’audizione alla commissione consiliare di controllo sulle società partecipate. In base a questo strumento, potrebbe essere creata una società di progetto, formata da soggetti privati esterni all’azienda, per completare i lavori. Una volta terminati, queste realtà potrebbero occuparsi anche della gestione. In ogni caso, resta in piedi la possibilità di proseguire la strada intrapresa con il bando delle scorse settimane, andato deserto. I soggetti interessati, che secondo l’amministratore lo sono ancora, hanno chiesto di prolungare la concessione dai 19 anni previsti almeno fino a 30. La durata più lunga consentirebbe di ammortizzare meglio l’investimento. Qualunque sia la nuova procedura scelta, ci sarà da aspettare ancora un paio di mesi. 

Michelotti  è rimasto stupito per il risultato del bando delle scorse settimane, nei confronti del quale l’azienda nutriva importanti aspettative. «Il comportamento di alcuni imprenditori – ha detto – è stato davvero incomprensibile. Nel 2016 una società aveva detto di essere disponibile a pagare 1,3 milioni l’anno per l’affitto della struttura, ma nessuno ha voluto prenderle per 1,2. Tra le osservazioni ricevute, ci sono perplessità rispetto alla durata della concessione, ritenuta troppo breve in rapporto all’investimento. Adesso continuiamo a lavorare per portare a compimento il progetto originale. Non escludiamo di far ricorso anche al project financing». La risposta non ha lasciato troppo soddisfatto Eugenio Pancioli (Forza Italia), presidente della commissione consiliare. «Speravo davvero – ha commentato – di ascoltare qualcosa di più sul nuovo bando. Se dobbiamo parlare senza fatti concreti, a quale fine dovrei fare il presidente delle partecipate? Dobbiamo avere una visione globale di ciò che dobbiamo fare in futuro». Michelotti ha ribadito che «bisognerebbe chiedere alle società che in un primo momento erano interessate come mai non hanno partecipato».