"Serre agricole, nuove regole" I consiglieri Capecchi e Fantozzi chiedono modifiche alla norma

"Si preveda il mantenimento dei manufatti stagionali attraverso la proroga o il rinnovo. Costi troppo alti"

"La Regione modifichi la normativa urbanistica sull’installazione delle serre ad uso agricolo. Si preveda il mantenimento delle serre stagionali attraverso la proroga o il rinnovo escludendo lo smantellamento degli stessi manufatti al termine del periodo di prima installazione". Lo chiedono, con una mozione, i Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, e Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico e rurale. Nella mozione sono inserite le proposte di Fratelli d’Italia in tema di serre ad uso agricolo."Abbiamo chiesto per le serre con permanenza pari o inferiore a 2 anni una proroga di 10 anni previa presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività edilizia; per le serre con permanenza superiore a 2 anni una possibile proroga, limitata ad una vola, per la durata già concessa in fase di autorizzazione –sottolineano Capecchi e Fantozzi- Abbiamo anche chiesto di emanare una norma transitoria per il mantenimento, senza preventiva demolizione, dei manufatti e delle serre a copertura stagionale, legittimamente installate ai sensi del Regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta regionale il 9 febbraio 2007 e quindi antecedente all’entrata in vigore della legge regionale 652014 e del relativo Regolamento di Attuazione del 2016".

"Il comparto orto-floro-vivaistico costituisce un volano economico per le province di Pistoia e Lucca, in particolare, ma anche per la Regione Toscana -spiegano Capecchi e Fantozzi-. Tali norme risultano troppo stringenti rispetto alla necessità di agevolare la capacità produttiva del sistema orto-floro-vivaistico toscano e, l’obbligo di rimozione senza la possibilità di proroga, grava le aziende di costi elevati, penalizzandone i tempi della produzione ed aumentando il rischio di abusi edilizi diffusi. Invece, la modifica legislativa che chiediamo potrebbe consentire di regolarizzare la situazione, realizzando una “fotografia” reale del territorio e riconducendo tutte le strutture alla normativa idraulica. Proponiamo anche di prevedere la sola altezza massima di sette metri (escludendo l’altezza in gronda di 4 metri) e di sostituire, nella descrizione delle strutture, la definizione “con copertura e chiusura telonata” con quella di “copertura telonata e chiusura telonata eo in policarbonato leggero".