Alla scuola Caponnetto rientro in divisa

La preside Delia Damichiarisce: "Decisione presa per cementare il senso di appartenenza". Ma non tutti i genitori sono d’accordo

La divisa scelta dalla scuola media Caponnetto prevede una polo e una felpa

La divisa scelta dalla scuola media Caponnetto prevede una polo e una felpa

Monsummano terme, 4 luglio 2020 - E dopo le mascherine, distanziamento, plexiglass, arrivano le divise a scuola per i ragazzi delle medie. La scelta da parte del consiglio di istituto del comprensivo Caponnetto di Monsummano è avvenuta durante l’assemblea del 26 giugno scorso, senza che le famiglie, pare, fossero opportunamente e preventivamente avvertite dell’ordine del giorno in discussione. La decisione, comunicata ai genitori in una chat dai rappresentanti di classe a giochi chiusi ha fatto discutere, non solo per l’inopportunità per alcune famiglie di istituire una divisa, vista come simbolo di oppressione della libertà personale proprio in un luogo di formazione e crescita come la scuola, ma anche e soprattutto per le modalità con cui la decisione è stata presa e peggio ancora comunicata. In particolare in una classe i commenti di alcuni genitori, contrari all’istituzione della divisa, ha fatto alterare una rappresentate dei genitori stessi che ha detto "Lo sapevamo da dicembre. E’ una decisione che ha preso la scuola come hanno fatto tante altre che hanno la divisa.

E’ una bellissima iniziativa, non incide troppo sui costi delle famiglie e viene fatta per portare i ragazzi a una disciplina e un ordine e a essere tutti allo stesso pari. Io sono molto d’accordo". Il fatto che la rappresentate fosse d’accordo con l’istituzione di una divisa scolastica tuttavia ha fatto indignare alcuni genitori che hanno sostenuto che i rappresentati vengono eletti per comunicare con le famiglie, informarle adeguatamente e rendersi portavoce delle opinioni di tutti e non per applicare il proprio potere decisionale nell’assemblea d’istituto senza prima aver ascoltato i genitori che rappresentano. Così la preside Delia Dami, già impegnata con altri problemi dovuti alla riorganizzazione della scuola per la ripartenza a settembre e il calcolo degli spazi in rapporto agli alunni all’interno delle classi voluto dalla Ministra Azzolina, si trova anche la rivolta dei genitori che si sono sentiti esclusi dal processo decisionale. Tuttavia, la dirigente scolastica, fornisce una spiegazione ben diversa da quella della rappresentante: "L’introduzione della divisa della scuola – spiega Dami – è la conclusione di un processo a cui la scuola e i ragazzi prima di tutto lavorano da tempo e che si basa sul concetto di senso di appartenenza alla comunità scolastica. Di fatto non è stata imposta dall’alto, ma i ragazzi sono stati occupati a disegnare il logo della scuola e a fare un lavoro con i professori, sul senso di appartenenza a questa scuola. Il progetto è visionabile sul sito dell’istituto. Quindi l’introduzione di una loro divisa è solo per farli sentire più uniti, non per imporre un’uniformità di pensiero".