REDAZIONE MONTECATINI

Ragazzi troppo violenti? "È la storia che si ripete"

Sara Socci, psicologa e psicoterapeuta, analizza gli ultimi fatti che hanno scosso il mondo giovanile. "Veniamo dagli animali, agiamo come loro".

Ragazzi troppo violenti? "È la storia che si ripete"

"I giovani di oggi sono maleducati, violenti e non rispettano i maestri. Questa non è un’affermazione di sdegno per quanto avvenuto tra studenti delle scuole superiori a Firenze, ma una frase che veniva ripetuta di continuo da filosofi del calibro di Socrate e Platone, oltre 300 anni prima della nascita di Cristo. Ogni epoca ha avuto problemi di questo genere, cambia solo il contesto". Sara Socci, psicologa clinica e della salute e psicoterapeuta umanista bioenergetica con studi a Monsummano e Montecatini, affronta così la nuova polemica sull’aggressività dei ragazzi e le esplosioni di violenza per futili motivi, ricordando che non è una novità dei nostri tempi.

"Circa un anno fa – ricorda – su richiesta del sindaco di Pieve a Nievole Gilda Diolaiuti, in seguito alla segnalazione di episodi di ragazzi che si sdraiavano sull’asfalto per vedere se riuscivano a non farsi travolgere dalle auto. Questo gioco rischioso stava preoccupando molto le famiglie".

Cosa rispose a quei genitori? "Eravano ancora in fase di lockdown e la riunione si tenne su una piattaforma on line. Mostrai una serie di slide dove grandi pensatori del passato mostravano più o meno gli stessi timori per la condotta dei più giovani. L’uso della violenza in sé, anche se affrontato in modo avanzato, non potrà mai essere risolto del tutto".

Perché?

"Perché proveniamo dagli animali che adottano comportamenti del genere per difendere il loro territorio, procurarsi il cibo e concretizzare molti atti fondamentali per la loro esistenza. Con una differenza fondamentale: noi siamo violenti anche per futili motivi non possiamo dire che c’è un’etica alla base di comportamenti simili da parte degli uomini".

In un contesto del genere il lavoro di un genitore con il figlio non pare molto facile.

"I modelli sbagliati ci sono sempre stati, le famiglie non devono approvarli e, oltre a dare l’esempio, dovrebbero imparare ad affrontare e comprendere le emozioni dei figli. È necessario comunicare, parlare e aprirsi. La scuola non deve essere l’unico strumenti educativo. Sta alle famiglie dare una giusta impronta. Buona educazione vuol dire avere genitori attenti".

L’Emotivazione un metodo psicologico-pdicoterapeutico, ideato dalla specialista per aiutare i pazienti ad affrontare un cambiamento positivo nella loro vita e conoscersi meglio, nei mesi scorsi, ha conquistato la validazione scientifica, al termine di uno studio, in collaborazione con la supervisione di un docente del Dipartimento di psicologia di Firenze, durato tre anni, basato su test per valutare numerosi soggetti, nonostante il periodo di pandemia. L’ordine degli psicologi lo ha selezionato e accolto. Il lavoro scientifico è stato presentato a Firenze.

Daniele Bernardini