Omicidio di Buggiano, Simone Matteoni ha fatto tutto da solo

Caso chiuso per il delitto di Buggiano: adesso il giovane, accusato di omicidio premeditato, verrà sottoposto a perizia psichiatrica

Il luogo dell'accoltellamento. Nel riquadro la vittima

Il luogo dell'accoltellamento. Nel riquadro la vittima

Buggiano (Pistoia), 18 dicembre 2022 - Il caso è chiuso. Non ci sono complici. Simone Matteoni ha fatto tutto da solo, armato di un solo coltello da cucina, e sarà sottoposto a una perizia psichiatrica. Questi gli elementi che pongono la parola fine alla spaventosa tragedia che si è compiuta una settimana fa, nella tarda serata di domenica 11 dicembre, tra il parcheggio della discoteca Don Carlos e il bosco di Colle di Buggiano. Resta soltanto una lunga serie di accertamenti tecnici con i quali gli investigatori riscontreranno ulteriormente quanto è emerso dalla lunga confessione rilasciata dal giovane che ha massacrato il padre Massimiliano, noto meccanico di Buggiano, caduto sotto i nove fendenti, quattro dei quali letali, che il figlio gli ha sferrato per “liberarsi”, così è emerso dall’interrogatorio, della “voce” del padre che non gli dava tregua.

Simone Matteoni è accusato di omicidio premeditato, aggravato dal vincolo di parentela, occultamento e tentata distruzione del cadavere. E’ difeso dall’avvocato Emanuela Motta del foro di Pistoia. Il giovane, secondo l’accusa, avrebbe infatti pianificato nei dettagli l’omicidio del padre a cui aveva dato appuntamento nel parcheggio di Chiesina Uzzanese dove si era presentato con la propria auto e una tanica di benzina a bordo e armato di un coltello da cucina. La ricostruzione della dinamica consente anche di escludere (ma era soprattutto una ipotesi giornalistica) l’azione di terzi e di comprendere quindi come il giovane abbia potuto compiere da solo questo massacro. Una volta raggiunto dal padre sarebbe salito subito a bordo della monovolume di Massimiliano Matteoni e gli avrebbe sferrato una prima coltellata all’addome.

Il colpo avrebbe provocato una istintiva reazione dell’uomo che avrebbe schiacciato il piede sull’acceleratore provocando il balzo in avanti della sua vettura contro quella del figlio e riportando, a sua volta, un forte trauma cranico che lo avrebbe momentaneamente stordito. Una circostanza, questa, su cui sono in corso accertamenti. Il figlio sarebbe quindi riuscito a trascinarlo sulla propria auto, della quale aveva già abbassato i sedili posteriori, e si sarebbe diretto verso il bosco di Colle, a Campione. Altre coltellate sono state inferte, poi Simone Matteoni avrebbe fatto rotolare il corpo del padre nella scarpata e lo avrebbe cosparso di benzina per poi dargli fuoco credendolo morto. Invece l’uomo respirava ancora, come è emerso dall’autopsia che ha rilevato tracce di fumo nei polmoni. A causare la morte l’emorragia esterna provocata dalle quattro coltellate che hanno raggiunto organi vitali e dalle ustioni di secondo e terzo grado diffuse sul cinquanta per cento del corpo dell’uomo.

Il giovane è tornato a casa, ha nascosto gli abiti insanguinati in soffitta e si è lavato. Di lì a poco, ha confessato quello che aveva fatto alla madre e al fratello che hanno chiamato i carabinieri. Simone Matteoni, secondo quanto è emerso, aveva disturbi psichiatrici riferibili a una schizofrenia dal 2019 e ultimamente avrebbe sospeso la terapia. Sarà ora lo psichiatra nominato dalla Procura a stabilire l e sue condizioni psichiche e se fosse capace di intendere e di volere al momento del fatto. E’ stata disposta anche una consulenza genetico forense sul vestiario e saranno effettuati innumerevoli esami su tutte le tracce rilevate dalla polizia scientifica sull’auto del giovane. Ma si tratta soltanto di una doverosa e circostanziata verifica investigativa in un quadro in cui è tragicamente tutto chiaro.

l.a.