
Ha saputo celebrare l’esistenza di ogni giorno, in modo semplice ed insieme straordinario, in famiglia e nella comunità. La vita di Daniela Benedetti Spadoni - nata a Borgo a Buggiano il 27 ottobre del 1966 e vissuta poi a Montecatini Terme, scomparsa a 27 anni, il 28 febbraio 1994 a causa di una grave malattia -, come ricorda chi l’ha conosciuta, si è fatta testimonianza di virtù e cammino verso una dimensione di santità nel quotidiano, in modo mai appariscente, ma profondo, tangibile nell’impegno verso il prossimo e nella preghiera, lasciando un segno indelebile nell’esistenza di chi l’ha incontrata. Durante la messa di chiusura del Giubileo Diocesano, il 14 maggio, in cattedrale, il vescovo di Pescia Roberto Filippini, alla presenza del presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti, ha dato notizia del prossimo inizio della fase diocesana del percorso verso la causa di beatificazione e canonizzazione di Daniela. La sua storia è intessuta di essenzialità e contestualmente di eccezionalità: moglie e madre esemplare, impegnata nel volontariato, sempre al fianco dei più deboli, unita al Signore in un costante dialogo, fatto di preghiera e di azione concreta per vivere il Vangelo, Daniela ha vissuto la malattia con coraggio, mentre la sua fede si faceva sempre più forte, addirittura consolando gli altri e preoccupandosi di come stavano le persone che la andavano a trovare. Del resto, durante tutta la sua esistenza aveva dato segni di grande generosità: nel 1983, entra a far parte del Gruppo pastorale giovanile della Diocesi di Pescia, mentre l’anno successivo, consegue la maturità all’istituto alberghiero Martini di Montecatini Terme e sceglie di dedicarsi a tempo pieno al volontariato alla rilegatoria "Solidarietà e servizio" di Massa e Cozzile. L’8 dicembre 1985, a Borgo a Buggiano, si sposa con Patrizio: dalla loro unione nasceranno due bambini, Daniele e Giovanni. Daniela vive con amore e dedizione totale la sua splendida famiglia. Con il marito, nel 1986, entra a far parte del gruppo diocesano di sposi: "Cana". E’ nel 1993, che, purtroppo, la malattia irrompe nella sua vita, ma Daniela affronta la sofferenza con coraggio, nella preghiera costante, circondata dall’affetto dei suoi cari e dei tanti che hanno potuto conoscerla e hanno riferito di percepire in lei una luce, una forza spirituale capace di rischiarare le loro vite. Oggi, il vescovo Roberto Filippini afferma: "Ultimo segno del Giubileo, forse il più significativo, l’inizio della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Daniela Benedetti Spadoni, laica e madre di famiglia, seme di santità gettato dal Signore nella nostra terra. Consegno a Pierantonio Piatti, Officiale del Pontificio comitato di scienze storiche della Santa Sede, il decreto di nomina a postulatore della causa, alla Congregazione delle cause dei santi. Non conoscevo la figura di Daniela, ma appena me l’hanno presentata nei racconti dei testimoni della sua vita cristiana, così semplice, straordinaria nell’ordinario, ne sono rimasto colpito. Un modello molto bello di santa, come la definirebbe Papa Francesco: "della porta accanto". La santità che lei ha vissuto non è inarrivabile, per quanto il grande miracolo che abbiamo di fronte agli occhi è proprio lei, il suo credere così profondo, il suo essere cresciuta in una realtà ecclesiale che l’ha nutrita per un rapporto con il Signore molto vivo ed intenso, che la porta giovanissima ad impegnarsi per gli altri, a mettersi al servizio del prossimo. Costruisce una famiglia accogliente ed ospitale. Tutto sfocia nella sua capacità di accogliere anche il dolore e la malattia. Anche il soffrire diventa per lei un donarsi, offre la sua sofferenza per gli altri. Una testimone autentica della vita cristiana".
Valentina Spisa