L’artista Libero Andreotti ha abbattuto i campanili

Mostra dello scultore pesciatino alle Tamerici in ricordo della rassegna del ’35. La rivisitazione curata da Claudia Massi responsabile scientifica della gipsoteca

Alle terme Tamerici si riparte da Pescia con una mostra su Libero Andreotti, inaugurata venerdì pomeriggio alla presenza del sindaco di Montecatini Luca Baroncini e del vice sindaco di Pescia Aldo Morelli.

La mostra è stata fortemente voluta da Incanto Liberty. "Si tratta della rivisitazione, curata dall’architetto Claudia Massi - ha spiegato Alessandro Bracali - di una mostra che era stata allestita nel luglio-settembre del 1935 al Palazzo delle Esposizioni alle Tamerici con le opere dello scultore Libero Andreotti, attraverso la riproduzione in grandi dimensioni di fotografie d’epoca raffiguranti le opere esposte a quel tempo. Qualche fotografia della gipsoteca pesciatina, della quale l’architetto Massi è responsabile scientifica ed esperta conoscitrice, ne arricchisce l’esposizione".

Soddisfatto il sindaco Luca Baroncini: "Questa mostra è un valore aggiunto per l’offerta cittadina - ha commentato - ringrazio Incanto Liberty e Claudia Massi, che si è occupata anche di riordinare l’archivio delle Terme per dar vita alla documentazione necessaria per l’ingresso nell’Unesco. Claudia Massi è, al pari delle terme, patrimonio di Montecatini".

L’esposizione su Libero Andreotti, realizzata anche grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, rimarrà aperta alle Terme Tamerici dal 16 settembre al 31 ottobre. "Certe iniziative meritano di essere sostenute", ha commentato Cristiana Pasquinelli, imprenditrice e consigliera di amministrazione della Fondazione.

Di umili origini, illustratore autodidatta, Andreotti nasce a Pescia nel 1875 e scopre la scultura a Firenze nel 1904, a quassi trent’anni, mettendosi per caso a lavorare la creta. Già nel 1905 si trasferisce a Milano dove il gallerista Alberto de Grubicy vorrà l’esclusiva dei suoi lavori. Rescisso il contratto, lo scultore si trasferisce a Parigi, dove il famoso sarto Worth lo introduce nel bel mondo. Un periodo di grande successo che si interrompe quando dovrà lasciare la Francia per via della guerra del ’14. Rientrato a Firenze, mutato stile, si lega all’influente critico Ugo Ojetti, che vede in lui il continuatore dell’antica tradizione scultorea italiana.

Titolare di cattedra nel 1920, sposa nel ’23 la sorella del pittore Aldo Carpi, aderendo agli ideali religiosi di quest’ultimo. E’ la stagione dei monumenti ai caduti e della vittoria al concorso per la Pietà di S.Croce che gli valse non poche critiche. Muore nel 1933 a Firenze, lasciando come ultima opera il gruppo di Affrico e Mensola. due anni dopo, all’istituto Grocco di Montecatini, viene allestita l’esposizione adesso rivisitata da Incanto Liberty e dall’architetto Massi.

Giovanna La Porta