"L’alcolismo può essere sconfitto" Riunione aperta del gruppo Aurora "Si può guarire solo col confronto"

L’assessore Rastelli: "L’incontro ha toccato le mie corde più profonde. Il sentirsi soli il male più grande". Il racconto: "La prima sbornia l’ho presa a 12 anni. Sentivo un impulso incontrollato verso il vino".

Hanno ammesso di essere impotenti davanti all’alcol e che le loro vite erano divenute vuote e incontrollabili. Inizia così il percorso di recupero in dodici passi di Alcolisti Anonimi, il primo gruppo di auto-aiuto nato nel mondo nel 1935. Dall’esperienza e dal prendersi cura l’un l’altro di due "ubriaconi", ad Akroon, in Ohio, nacque un programma per contrastare il bere compulsivo. In un momento in cui l’abuso di alcol dovuto all’incapacità di controllare i consumi torna a farsi largo in città, soprattutto tra i giovani, l’associazione rilancia il suo messaggio con una riunione aperta. Il gruppo Aurora 2022 di Montecatini, ieri mattina, nella sala San Giuseppe della parrocchia del Corpus Domini, ha tenuto una riunione aperta con le testimonianze di tante persone che si sono recuperate. Insieme ai gruppi di Pieve a Nievole, Viareggio, Pisa e Lucca, sono state presentate tante testimonianze basate su esperienza, il periodo passato a soffrire nel problema, forza, il momento della svolta, e speranza, le aspettative per un futuro senza la sostanza. All’incontro erano presenti anche il coordinatore dell’area Toscana, il sindaco Luca Baroncini, l’assessore ai servizi sociali Federica Rastelli, e Fabrizio Fagni, coordinatore del Ser.D Pistoia-Montecatini. Un’ora e mezzo filata di esperienze raccontate a cuore aperto e senza il timore di essere giudicati. ""La prima sbornia l’ho presa a 12 anni - ha raccontato una donna - alla mensa a scuola davano succo d’arancia ma io sentivo un impulso incontrollato verso il vino. Mio marito mi ha spinto a intraprendere questo percorso". La malinconia, quella brutta e costante che non ti abbandona, sta alla base della ricerca di uno sballo alcolico. "L’emarginazione, la solitudine e il male di vivere ti spingono a bere - ha spiegato un’altra vittima dell’alcolismo - quando ci sei dentro è difficile uscirne. Personalmente ho toccato il fondo, ho fatto uso anche di altre sostanze. Un disastro". Un uomo di circa 50 anni ha fatto eco: "Da solo non sarei riuscito a smettere". Una signora sui 55 anni ha spiegato: "I professionisti sono un valido aiuto ma un gruppo come questo è un’altra cosa. Confrontandoci non ci sentiamo soli. La nostra è una malattia che può guarire grazie al confronto". Il primo cittadino ha ringraziato l’associazione per il prezioso impegno sociale: "Questo sistema di aprirsi, seduti in cerchio, andrebbe utilizzato in ogni situazione dell’ ordinario. Parlare di sé e ascoltare gli altri è fondamentale". L’assessore Rastelli ha riflettuto sul tema della solitudine: "Questo incontro ha toccato le mie corde più profonde. Il sentirsi soli è il male più grande della nostra società. L’anima va curata attraverso le relazioni e il confronto. Vengono fuori tutte le miserie dell’animo umano, ciascuno con le proprie dipendenze e i propri demoni".

Giovanna La Porta