La criminologa Roberta Bruzzone: "Il male ci affascina così tanto perché convive con tutti noi"

La psicologa forense e volto noto della tv in scena al Teatro Verdi con lo spettacolo ’Favole da incubo’

La criminologa Roberta Bruzzone: "Il male ci affascina così tanto perché convive con tutti noi"

La criminologa Roberta Bruzzone: "Il male ci affascina così tanto perché convive con tutti noi"

Un paio d’ore, forse meno, di narrazione e riflessione. Roberta Bruzzone, la criminologa resa popolare (e amata) dalla televisione italiana, salirà sul prestigioso palcoscenico del Teatro Verdi di Montecatini Terme venerdì 5 aprile, dalle 21 con ’Favole da incubo’, spettacolo tratto dall’omonimo libro scritto a quattro mani con Emanuela Valente. Un viaggio nei meandri del narcisismo maligno e della rinascita, perché dalla consapevolezza deriva il risveglio psicologico emotivo. Una rappresentazione dal ritmo incalzante, che parte da fatti realmente accaduti, da lei raccontati sotto forma di favola noir. Dieci casi di cronaca nera, tra i più sconvolgenti degli ultimi decenni, che ci hanno colpito, che colorano la nostra società, purtroppo, a tinte oscure: di morte. Ché, in fondo, è egualmente vita.

Roberta Bruzzone, perché ci affascina così tanto il male?

"Perché fa parte di noi: il lato oscuro è di tutti. C’è chi lo tiene a bada con efficacia. Ma è comunque dentro di noi, convive con noi".

Nel corso degli anni è divenuta un volto familiare quando si sente parlare di omicidi, femminicidi o più in generale fatti di cronaca nera: se l’aspettava?

"Ho iniziato per caso, non l’avevo messo in conto. Andare in tivù non è difficile, restarci in modo qualificato per anni, sì. Sono sempre stata coerente con la mia coscienza e professionalità. Per questo, non mi trovo rassicurante, ma autorevole".

Perché prima il libro e poi lo spettacolo? Non aveva già raggiunto tutti attraverso il grande schermo?

"Lo spettacolo, il teatro, che amo profondamente, è un altro modo di comunicare. Ci si esprime in una maniera diversa: arrivi al cuore delle persone. Devi esserci portato, però: premia chi si dà al cento per cento: la gente, il pubblico, lo percepisce".

Parliamo di femminicidi.

"Il mio spettacolo tratta tre casi di femminicidio. Enfatizza gli indicatori della manipolazione affettiva e del patriarcato, che porta a confondere il controllo con l’amore".

Bruzzone criminologa nasce dalla bambina Roberta o esattamente quando?

"Ho sempre voluto assecondare tre mie caratteristiche: la curiosità, la determinazione e una certa ribellione alle regole. Ho messo a frutto questa mia propensione adolescenziale con la criminologia, che mi ha permesso di accelerare i tempi".

Montecatini, il pistoiese: questo territorio d’Alta Toscana non è, purtroppo, esente da crimini.

"Non ci sono dati peculiari per questi luoghi. Questo, però, non significa che ci sia da stare allegri. Quindi, in guardia: attenzione".

Certamente. Ma con lei al nostro fianco pare tutta un’altra storia: lo spettatore arriva a sentirsi rassicurato, protetto dalla sua valentia, dalla sua autorevolezza nel parlare di tanti fatti di nera che hanno sconvolto l’Italia. Prepariamoci, quindi, a questo percorso all’interno della manipolazione affettiva mortale. La prevendita dei biglietti è su ticketone.it, la vendita dei tagliandi al botteghino. Signori, silenzio: Roberta Bruzzone va in scena.

Gianluca Barni