
Italia Nostra incontra l’architetto Massimo Bottini, rappresentante del gruppo in Amodo-Alleanza per la mobilità dolce composto da 40 organizzazioni, per parlare di “Naturalmente Valdinievole“ il masterplan con varie proposte per lo sviluppo del comprensorio realizzato dall’architetto Stefano Boeri per conto della Fondazione Caript. La presidenza della sezione locale e il professionista che la rappresenta nel gruppo nazionale si vedranno domani, giovedì 28 settembre, alle 10. Massimo Bottini, consigliere nazionale di Italia Nostra dal dicembre 2006, è stato coordinatore del gruppo di Santarcangelo, vicepresidente e poi presidente della sezione di Cesena e Vallata del Savio e Rubicone (dal 1991 fino al 2001). Delegato nazionale settore Educazione ambiente per l’Emilia Romagna. Consigliere ordine architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Rimini, si è laureato in architettura all’Università di Firenze con una tesi in restauro con il docente Giuseppe Rocchi Coopmans de Yold, ed è cultore di restauro architettonico dal 1992. Svolge la professione a Santarcangelo di Romagna.
L’Alleanza per la mobilità dolce nasce dal desiderio delle più importanti associazioni nazionali ambientaliste e di settore di collaborare e attivare azioni congiunte per promuovere e far crescere questo settore in Italia, recuperando i ritardi nella pianificazione sostenibile dei territori e del paesaggio e nel sostegno al turismo lento. Dal gruppo è nato un manifesto programmatico importante. "Negli ultimi anni – dice nel documento Amodo – anche in Italia c’è stata un’autentica e crescente diffusione ed attenzione alla mobilità dolce. Sono aumentati quelli che camminano, pedalano in bicicletta e preferiscono le ferrovie turistiche per muoversi nel paesaggio e nella natura italiana".
"Accanto a ciò cresce l’esigenza di un uso più razionale e intenso delle ferrovie minori come alternativa al trasporto su gomma e l’intermodalità con i diversi mezzi di trasporto, con l’obiettivo di frenare il consumo di territorio, ridurre le emissioni inquinanti – insiste –, aumentare l’accessibilità, la coesione sociale, la salute e il benessere. La cultura della mobilità dolce è impostata sulla condivisione dello spazio pubblico, sulla convivenza, integrazione e il rispetto tra i diversi utenti della strada e ha come effetto la tutela dell’ambiente e del territorio e la valorizzazione del paesaggio".
Daniele Bernardini