REDAZIONE MONTECATINI

’Due maledetti amici’. Ecco Papaleo e Veronesi

Domani al Teatro Verdi lo show con protagonista l’inimitabile attore lucano "Sono andato oltre i miei sogni, ora il mio desiderio riguarda il popolo".

Rocco Papaleo è nato a Lauria il 16 agosto 1958

Rocco Papaleo è nato a Lauria il 16 agosto 1958

Dopo il programma tivù ’Maledetti amici miei’, Rocco Papaleo e Giovanni Veronesi portano a teatro ’Due maledetti amici’: al Verdi di Montecatini Terme saranno di scena domenica prossima 29 dicembre, dalle 17.

Papaleo,che spettacolo dobbiamo attenderci?

"Uno spettacolo divertente, musicale e poi sarà quel che sarà: siamo elastici, ci adattiamo alla serata. Non è un percorso canonico il nostro".

Uno show più parlato o recitato?

"Tutte e due le cose. È un tipo di recitazione colloquiale. È anche un po’ imprevedibile, non seguiamo un copione stabilito: ci lasciamo andare al momento".

Tv, teatro, cinema: che cosa le manca?

"Non voglio sembrare supponente, ma non mi manca niente. Per mia indole, sono anarchico: non mi sono mai stabilizzato".

Sogni particolari?

"Ci sono moltissimi attori e registi con cui mi piacerebbe avere a che fare. Essendo nel terzo terzo della mia vita, a 66 anni, è il momento di essere sorpreso dalle cose".

La prima volta sul palco a Montecatini?

"Abbiamo girato un film di Pieraccioni da queste parti. La Toscana è stata la mia regione di adozione a inizio carriera. Conosco queste zone proprio grazie a Leonardo".

Fa parte di una generazione ante-politicamente corretto: come si trova di questi tempi?

"Come tutte le ventate ideologiche, che producono un miglioramento, c’è sempre una parte d’esagerazione. Penso al MeToo: era necessario attirare l’attenzione sui danni del maschilismo, poi però si è prodotta una degenerazione. Attenzione: io sto con le donne, ma come in tutte le cose occorrerebbe equilibrio".

Col 2025 alle porte, un augurio per lei, per lo spettacolo italiano e per la sua Basilicata?

"Sono andato oltre i miei sogni. Il mio desiderio ora riguarda il popolo, che avrebbe diritto a qualcosa di più. Vorrei che si pagasse un prezzo popolare per la felicità. La Basilicata spero che si svegli e faccia ricchezza delle sue potenzialità. Non c’è acqua in una regione che ha fatto dell’acqua il suo baluardo: mi auguro che ci sia una forte spinta culturale. La cultura è l’unico mezzo per cambiare le cose".

Gianluca Barni