REDAZIONE MONTECATINI

Delfo, solo passerella ma quanti applausi

Brighenti non avrebbe voluto correre ma il proprietario. Tosonotti volle esserci

Il 24 luglio del 1977 radio e tv annunciano nei loro notiziari che, un cavallo italiano, Delfo è diventato campione del mondo, vincendo al’ippodromo Roosevelt di New York l’International Trot, battendo Bellino II, quel gigante normanno, che finora nessun indigeno era riuscito a battere. Delfo diventa un "personaggio". La sua impresa finisce sulle prime pagine di tutti i giornali. Anche perchè Delfo nel viaggio di ritorno sull’aereo che lo riporta in Italia il cavallo mostra un po’ d’insofferenza. La notizia viene un po’ ingigantita e alla fine si dirà che Delfo ha rischiato di essere abbattuto con un colpo di pistola dal comandante dell’aereo. I dirigenti del Sesana contrattano il proprietario, l’imprenditore milanese Enrico Tosonotti e lo convincono a correre il gp di Ferragosto. Il driver e allenatore Sergio Brighenti vorrebbe rinunciare per concedere un po’ di riposo al campione. Ma sa che con Tosonotti non c’è molto da discutere. Delfo al Sesana è cresciuto, perchè il primo proprietario del cavallo è stato il suocero di Nello Bellei. Delfo da puledro ha girato per diverse scuderie, fra cui quelle di Ascanio Carrara e Romano Nesti, finchè Bacci non lo cedette all’altro comproprietario Bernocchi e quest’ultimo poi a Tosonotti. La sera del gran premio il Sesana è una bolgia. C’è gente addirittura in pista. Prima della corsa ci sono le premiazioni per Tosonotti e Brighenti. Delfo dà segnali d’insofferenza. E infatti appena le ali della macchina si richiudono lui si getta di galoppo. Brighenti lo rimetterà dopo una trentina di metri e Delfo non potrà che finire quinto. A vincere è Waymaker che frantuma il record della corsa di Wayne Eden.

Gabriele Galligani