La crisi delle terme: "Pronti a tornare a Firenze a protestare"

Andrea Bonvicini nell’incontro con il sindaco e gli albergatori: "La Regione Toscana deve effettuare gli investimenti promessi"

Il sindaco Baroncini con l’assessore Lumi durante l’incontro all’Hotel Adua (Goiorani)

Il sindaco Baroncini con l’assessore Lumi durante l’incontro all’Hotel Adua (Goiorani)

Montecatini Termer, 3 luglio 2020 - «Il Comune deve valutare quanti soldi tirerà fuori la Regione, socio di maggioranza, per le Terme e agire di conseguenza. L’amministrazione intervenga in modo forte, magari rinunciando per tre anni al rifacimento delle strade al fine di trovare le risorse necessarie anche solo a comprare un pezzo di Leopoldine. Le aziende devono essere in grado di ripartire programmare il futuro, in questo momento non possono farlo. Siamo pronti a tornare a Firenze a protestare". Andrea Bonvincini, titolare della boutique di corso Matteotti, ha espresso forti sollecitazioni durante l’incontro organizzato dal sindaco Luca Baroncini all’Hotel Adua per parlare dell’impegno dedicato alle Terme nel suo primo anno alla guida della città. Da parte sua, Baroncini non è certo stato tenero nei confronti dell’amministrazione di Enrico Rossi, quando ha detto che "la principale responsabile della situazione è la Regione. Devono rimediare con gli investimenti che hanno ormai promesso da qualche anno. Io per primo sarò al fianco degli imprenditori e dei cittadini per fargli prendere le giuste decisioni". Baroncini ha sottolineato di aver trascorso un anno intenso a occuparsi delle Terme, dal momento del suo insediamento. "Pur essendo socio di minoranza dell’azienda – ha sottolineato – svolgiamo un’importante funzione di controllo, ma non è semplice far passare il proprio progetto come definitivo. Avevo promesso che sarei andato tutti i mesi a Firenze per far valere le nostre ragioni e l’ho fatto. Grazie a un gruppo di tecnici che ha collaborato con il Comune, abbiamo elaborato un piano di rilancio per la gestione corrente, ribattezzato piano Cardini dal nome del manager Renzo Cardini che ha collaborato all’iniziativa". L’operazione, in teoria, potrebbe rivelarsi utile per garantire interventi necessari al recupero di alcuni punti importanti del compendio termale. Baroncini ha ricordato anche la proposta lanciata dal commercialista Franco Pacini, responsabile regionale del termalismo per Forza Italia. Le banche creditrici potrebbero accettare di convertire il debito delle Terme in azioni, come previsto dalla normativa. "Spesso – ha proseguito il sindaco – la Regione si è occupata in modo principale degli aspetti patrimoniali dell’azienda, mentre il Comune è riuscito a riportare l’attenzione sul rilancio della gestione caratteristica. La battaglia non è stata facile, anche perché abbiamo dovuto affrontare l’apparato burocratico di Firenze". Baroncini è soddisfatto anche di aver evitato l’avvio di procedure fallimentari o concordati, ipotesi emerse più volte in passato. "Sarebbero stati eventi dannosi per la società", ha sottolineato. Il sindaco vede il futuro delle Terme diviso in tre aree; una curativ- monumentale, composta da Tettuccio e Redi, e gestita dal Comune. Una soluzione assai simile a quella prospettata alcuni mesi fa dal centrosinistra in consiglio comunale. "La Regione ha stanziato 20 milioni di euro per l’acquisto dell’ex ospedale pediatrico Meyer a Firenze – ha sottolineato – ma non c’è tutta questa urgenza, mentre esiste per il Tettuccio. Lucia na Bartolini, consigliere regionale della Lega, ha già sollevato la questione". Per la seconda area, dedicata ai settori benessere e ludico, Baroncini ribadisce la necessità di passare dalla privatizzazione. "Un imprenditore privato interessato alle Leopoldine – ha sottolineato – deve poter essere in grado di acquistare l’Excelsior per trasformarlo in un resort di lusso e aumentare i suoi guadagni. Anche le Panteraie sono destinate a svolgere un ruolo importante per la privatizzazione. Il pubblico non è in grado di fare impresa, questo è ormai chiaro a tutti". La terza area, composta dalla pineta, andrebbe a formare un’area ambientale.