REDAZIONE MONTECATINI

Cassazione annulla sequestro di 80mila euro

Chiesto il rinvio a giudizio dell’avvocato montecatinese Ceccobelli. La Corte rinvia gli atti al tribunale per una nuova quantificazione

La Corte di Cassazione annulla per mancanza di elementi sufficienti l’ordinanza del Giudice delle indagini preliminari (Gip) del tribunale di Pistoia, che disponeva un sequestro preventivo per oltre 80mila euro nei confronti dell’avvocato Andrea Ceccobelli, arrestato nel dicembre del 2020 dai militari della guardia di finanza della Compagnia di Montecatini. Il professionista, per il quale i pubblici ministeri Claudio Curelli e Leonardo De Gaudio hanno da poco richiesto il rinvio a giudizio, che deve essere comunque ancora discusso davanti al Giudice dell’udienza preliminare, è accusato di utilizzo indebito di carte di credito e appropriazione indebita.

Alcuni suoi clienti, secondo gli inquirenti e le testimonianze raccolte, avrebbero ricevuto meno soldi, oltretutto in contanti, rispetto al risarcimento versato dalle compagnie assicurative su conti correnti dei quali gli interessati non sapevano di essere titolari. La seconda sezione penale della Corte di Cassazione presieduta dal giudice Sergio Di Paola, ha disposto l’annullamento dell’ordinanza impugnata, con rinvio al tribunale di Pistoia per un nuovo esame relativo alla quantificazione delle somme che, secondo l’accusa, costituirebbero il profitto dei reati contestati.

L’avvocato Ceccobelli è difeso dai colleghi Giovanni Cantelli del foro di Napoli Nord (nella foto) e Luca Innocenti di Pistoia. La notizia dell’arresto del professionista, molto conosciuto in Valdinievole, ha destato grande scalpore. Il professionista respinge tutte le accuse e dichiara di essere pronto a dimostrare la propria innocenza. Circa l’utilizzo indebito delle carte di credito, Ceccobelli spiega di aver "agito solo su delega dei clienti, dove non solo vi era un’informazione preventiva, ma le stesse venivano aperte da un funzionario della banca, previa esibizione di regolare delega. Le somme contestate si riferiscono nel complessivo a poche centinaia di euro e non a quelle ingenti destinate agli aventi diritto. Cifre irrisorie per le quali nessun professionista dall’indole criminale metterebbe a rischio la propria carriera. Peraltro, taluni versamenti erano imputabili a spese mediche che venivano da me anticipate, come di consuetudine per la trattazione dell’infortunistica stradale Durante le indagini preliminari, molti testi hanno confermato la correttezza del mio operato circa l’apertura in loro favore dei conti e delle relative carte. La procura non è depositaria della verità dei fatti la stessa emergerà da un giusto confronto con la difesa". Curreli e De Gaudio hanno chiesto il rinvio a giudizio per altre tre persone, coinvolte a vario titolo nella vicenda.

Daniele Bernardini