
Biblioteca Cnr
Montecatini Terme, 29 marzo 2022 - "Sapere condiviso per un progresso scientifico e sociale. La biblioteca centrale Guglielmo Marconi del Cnr". L'evento digitale dedicato alla biblioteca del Consiglio nazionale delle ricerche - che ha una torre libraria di 14 piani per un totale di 17 chilometri di scaffalature - ha avuto luogo in video collegamento con Roma, con gli interventi di Giovanni De Simone, direttore biblioteca centrale «Guglielmo Marconi» del Cnr, Maria Adelaide Ranchino, primo tecnologo Cnr e responsabile centro documentazione europea presso il Cnr, Giorgia Migliorelli, tecnologo responsabile dei servizi all'utenza della biblioteca centrale e ufficio periodici, Roberta Zampatori, responsabile ufficio monografie e Sara Santorsa, che si occupa di catalogare il patrimonio cartografico.

"La biblioteca nacque proprio dalla volontà di Guglielmo Marconi – ricorda il direttore Giovanni De Simone – che, nel 1927, ne propose ed ottenne la creazione. Lo scopo principale era quello di offrire un punto di riferimento nazionale per tutte le pubblicazioni della letteratura a carattere scientifico – tecnologico, facendo in modo che qui fosse conservata, accentrata e, soprattutto, messa a disposizione di tutta la comunità scientifica nazionale. Esiste una legge apposita, risalente al 1927, che dispone l'istituto denominato «deposito legale» per cui, tutti gli editori scientifici nazionali sono tenuti ad inviare una copia di ogni pubblicazione avente queste caratteristiche e noi siamo tenuti a curarne la conservazione ma, soprattutto, la diffusione, ovvero la messa a disposizione di chiunque, nel panorama nazionale – ma, oggi, anche internazionale – ne faccia richiesta".
Abbiamo chiesto al direttore qual è, attualmente, l'entità del patrimonio documentario: "Le stime più aggiornate – informa – parlano di circa 800mila documenti, anche del cosiddetto «antiquariato scientifico», abbiamo documenti particolarmente preziosi. Tengo a precisare un aspetto: il patrimonio della biblioteca centrale deve essere inteso in senso più ampio. Il Cnr è il più grande ente pubblico di ricerca nazionale ed è anche molto diffuso sul territorio, nel senso che abbiamo circa 300 sedi dei diversi nostri istituti, dall'estremo Nord alla Sicilia. Essendo a carattere generalista, cioè occupandosi di quasi tutti gli aspetti della ricerca scientifica, gli istituti rappresentano dei punti di riferimento, ognuno per tematiche precise e, quindi, all'interno di buona parte di questi stessi istituti, è stata costituita una biblioteca specifica legata alle competenze dell'istituto stesso. Pertanto, il patrimonio bibliografico del Cnr - che la biblioteca «Marconi» ha il compito di gestire, tutelare e valorizzare – si estende a tutti questi istituti. Per questo motivo, il patrimonio, anche quello storico, è diffuso su tutto il territorio nazionale".
Abbiamo dunque chiesto al direttore De Simone di affrontare il tema della funzione dinamica del patrimonio documentario, che non è soltanto qualcosa di «statico», ma che costituisce pietra miliare per le ricerche attuali e future: «Si dice sempre che la ricerca è fatta da chi ha la fortuna di potersi «poggiare» sul lavoro svolto da giganti, che hanno portato avanti l'attività di ricerca prima di chi, attualmente, opera in questo settore. Questo aspetto è molto importante, soprattutto in questo frangente storico: perché, mai come adesso, l'insieme delle criticità o dei grandi temi che dobbiamo affrontare, dai cambiamenti climatici al Covid, hanno reso evidente la necessità di condivisione delle conoscenze. E' importante che tutti quelli che sono chiamati a fornire le risposte, nell'ambito delle ricerche, a queste grandi problematiche, possano fruire in tempo reale di tutte le informazioni riguardanti i singoli temi, nel modo più ampio possibile. Questo accelera enormemente lo sviluppo della ricerca, anche rispetto alle soluzioni delle problematiche attuali».
Oggi il direttore De Simone è nel ruolo che fu proprio di Guglielmo Marconi, primo direttore della biblioteca; gli abbiamo chiesto quale messaggio consegni Marconi ai giovani scienziati del presente: «Un messaggio quanto mai attuale e a tutto tondo. Marconi rappresenta, in modo esemplare, l'approccio ideale alla ricerca: la spinta della curiosità, la capacità di trasferire i propri studi, analisi, scoperte, alla vita quotidiana delle persone. E' sicuramente un simbolo tra i maggiori, se non il maggiore italiano – riconosciuto anche, ovviamente, a livello mondiale -, dello spirito e della funzione che ha la ricerca nel contesto sociale, economico e culturale del nostro Paese, della realtà di oggi». La biblioteca guarda al futuro: «Ho la fortuna di poter condividere con colleghi validissimi un approccio «di prospettiva» – sottolinea il direttore De Simone –. Mai come oggi, come già evidenziavo, esistono così tante sfide che rendono necessario e funzionale il nostro servizio a tutta l'attività della ricerca. Pertanto, stiamo cercando di portare la biblioteca nel 2030, nel futuro, dotandoci di tutti gli strumenti affinché questo patrimonio sia sempre più disponibile, per tutto il personale impegnato nella ricerca, sia nazionale sia internazionale, in modo completo, organico, efficace, veloce. Il mondo delle biblioteche è assolutamente dinamico, guarda avanti e prepara la fruizione dei propri servizi nel modo più aggiornato e moderno possibile».
Maria Adelaide Ranchino, primo tecnologo Cnr e responsabile centro documentazione europea presso il Cnr, ricorda: «La nostra biblioteca è entrata a far parte dei centri di documentazione europea nel 1991, quando fu chiesto al Cnr di poter ricevere, sempre per diritto di stampa, le pubblicazioni prodotte dall'ufficio pubblicazioni dell'Unione europea, quindi abbiamo un cospicuo patrimonio di documenti europei: circa 5mila catalogati e altrettanti raccolti in questi anni per deposito legale e inviati dalle varie case editrici italiane. Si tratta di pubblicazioni che spaziano dall'agricoltura, alla ricerca scientifica vera e propria, all'economia; sono pubblicazioni che riguardano le politiche che l'Europa attua. Il nostro centro è aperto al pubblico ed è entrato a far parte del comitato di coordinamento della rete dei centri; realizziamo molte iniziative: il sito internet, la newsletter, molto utile per ricevere le informazioni su possibilità di studio, ricerca, tirocinio, anche per i ragazzi, all'interno dell'Unione europea. Un'importante possibilità di formazione. Cerchiamo di condividere il sapere in modo divulgativo, partecipiamo ogni anno a un progetto di rete con gli altri centri di documentazione, con attività di divulgazione: convegni, seminari, su tanti temi. Lo scorso anno, abbiamo avuto la conferenza sul futuro dell'Europa. Affrontiamo tanti aspetti: dalle politiche sull'immigrazione, il lavoro per i giovani, tematiche economiche e sociali che cerchiamo di portare all'attenzione del mondo della ricerca, ma anche del comune cittadino».
Giorgia Migliorelli, tecnologo responsabile dei servizi utenza della biblioteca centrale e ufficio periodici, spiega: «Sono numerosi i servizi che forniamo all'utenza, generalista, come la biblioteca, che ha un ambito multidisciplinare. Cerchiamo di rispondere a tutte le esigenze della collettività, sviluppando anche gli strumenti digitali che consentono di fruire dei servizi ovunque ci si trovi». Roberta Zampatori, responsabile ufficio monografie, sottolinea: «Il lavoro in questa biblioteca è davvero coinvolgente, perché il nostro patrimonio e la eco del nome di Marconi ci permettono di lavorare in un contesto peculiare, affascinante e ricco di potenzialità, caratterizzato anche dal diritto di stampa. Il settore monografie di cui mi occupo vede un afflusso molto numeroso. Ci arrivano anche molti doni e lasciti. La biblioteca supera quasi le 300mila opere a carattere monografico». Sara Santorsa, che si occupa di catalogare il patrimonio cartografico, illustra: «Anche il patrimonio cartografico dell'ente perviene per deposito legale. Abbiamo anche cartografia europea e mondiale e pezzi rari. Annoveriamo anche molta cartografia dell'istituto geografico militare. Il patrimonio cartografico, parlando di «carte sciolte», ammonta a circa 5-7mila pezzi e abbiamo anche tutte le carte contenute negli atlanti, considerati monografie. Grazie agli strumenti di catalogazione più aggiornati possiamo schedare le carte inserendo tutte le specificità; il digitale ci aiuta, abbiamo anche un laboratorio di digitalizzazione con scanner che consentono di non danneggiare le carte».
Anche la biblioteca centrale "Guglielmo Marconi" del Cnr riapre al pubblico il 4 aprile.