Alival, ecco l’accordo per gli operai Incentivi all’esodo o trasferimenti

L’intesa a livello nazionale è stata presentata dai sindacati anche ai lavoratori di Ponte Buggianese. Si cerca di rendere concreta l’ipotesi di reindustrializzazione, così contratti garantiti fino a marzo

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L’accordo raggiunto a livello nazionale sulla vertenza Alival è stato presentato ieri all’assemblea dei lavoratori a Ponte Buggianese. Per i sindacati "è un primo step di questa fase particolare" e c’è la volontà di "verificare ogni possibilità di reindustrializzazione".

Ma cosa prevede in particolare l’accordo? Questi i contenuti diffusi dal sindacato: "Il 31 agosto all’associazione datoriale Unionfood di Milano è stato sottoscritto un primo patto di gestione sociale del piano Industriale (stabilimento di Reggio Calabria, Ponte Buggianese e Santa Rita) presentato dalla Alival (gruppo Nuova Castelli controllato da Lactalis) lo scorso aprile. La società ha riconfermato l’impegno a favorire progetti di reindustrializzazione dei siti con il coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni competenti. L’accordo, inoltre, prevede l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 149 persone nel periodo compreso dal 21 settembre al 31 dicembre 2022 il cui unico criterio di individuazione del licenziamento sarà la non opposizione. La società ha confermato che non ci saranno comunque risoluzioni di rapporti di lavoro non prima del 30 marzo 2023", salvo che non si trovino prima accordi individuali.

È prevista anche una incentivazione all’esodo e ci sarà un servizio di outplacement con costi a carico della azienda. Sempre per individuare soluzioni non traumatiche di gestione del piano industriale, si prevede la possibilità di una serie di ricollocazioni in alcune società del gruppo e nelle aree produttive degli stabilimenti del Gruppo Galbani di Certosa, Casale Cremasco e Corteolona. Anche per questi trasferimenti è previsto un piano di sostegno economico per coloro che decideranno di trasferirsi.

I sindacati e la Rsu hanno valutato positivamente l’intesa che individua una serie di strumenti idonei a gestire senza traumi sociali la "prima fase" del piano industriale deciso dalla società.

"In questo periodo le parti sociali – prosegue la nota – si attiveranno con tutti i soggetti istituzionali in grado di sostenere e favorire la reindustrializzazione dei siti produttivi interessati alla chiusura. A fronte di reali percorsi di reindustrializzazione la società ha riconfermato la disponibilità a garantire la continuità dei siti oltre il 30 marzo 2023".

Nei prossimi giorni Fai-flai-Uila si attiveranno per ricostituire i tavoli istituzionali "al fine di verificare i possibili strumenti di sostegno alla ricerca di soluzioni che permettano la reindustrializzazione".