Pontremolese Notte fonda. Raffica di contestazioni

Negli spogliatoi sfuriata di Verdi ai compagni. Il dt Lecchini: "Siamo tutti arrabbiati"

Appena finita la partita persa (0-1) contro il Monsummano, il vicepresidente Michele Beghini aveva lo sguardo perso nel vuoto e del presidente Aprili nessuna traccia. La Pontremolese non c’è più: punto e basta. Non vince dal 28 febbraio, subisce, contestazioni interne ed esterne, ma anche da parte dei vertici societari e non reagisce. O meglio, prende una sberla, ma non si rialza si affloscia di nuovo e nessuno capisce il perché. Impossibile da capire, pare. Una strada senza uscita. Se non ché mancano tre partite al termine del campionato e la conquista degli spareggi-promozione non sono compromessi ma quasi, si rischia di vivere un incubo lungo altri venti giorni. Aria pesante, nonostante il sole e il clima primaverile. Avvertito, evidentemente dalla squadra, con Verdi (squalificato) che al termine della partita piomba negli spogliatoi come una furia e urla a muso duro: "Dobbiamo vergognarci, stiamo facendo schifo, ve ne rendete conto sì o no, non si può andare avanti di questo passo". Quindi prende la porta la apre, la richiude dietro di sé e se ne va. A quel punto qualche dirigente lo applaude, quasi fossero al corrente della strigliata.

Poi è stata la volta del ditti Lecchini che usando parole pesanti ha rincarato la dose: "Verdi era molto arrabbiato, era una furia, lui come tutti noi. Così non si può giocare, subito il gol mi aspettavo una reazione da parte della squadra, ferma nelle idee e soprattutto sulle gambe, ovviamente il frutto di una preparazione sbagliata". Sul Lunezia si è vista una Pontremolese che andava al piccolo trotto con Scaldarella e Grasselli in mezzo, due punte e mezza D’Antongiovanni, Bruzzi e Petracci. Risultato: niente gioco, perdita sistematica dei contrasti, nessun sfruttamento delle corsie esterne. Nonostante le indicazioni tattiche di Chelotti sostenuto nella causa dalle sollecitazioni di Maurelli, in campo c’era una Pontremolese che evidenziava di non averne più, soprattutto dal punto di vista psico-fisico.

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