
"Niente grandi proclami, il nostro obiettivo dovrà essere quello di dare sempre battaglia con tutti". Da ieri, come anticipato da La Nazione, Vincenzo Minguzzi è ufficialmente il nuovo direttore sportivo della Carrarese e ha già cominciato a lavorare per quello che nella sua lunga carriera da dirigente ha sempre dimostrato di saper fare bene: allestire squadre competitive ed equilibrate. Classe 1955, romagnolo di Ravenna, Minguzzi dopo una buona carriera da portiere con le maglie, tra le altre, di Sambenedettese, Cagliari e Pescara, anche dopo aver appeso i guanti al chiodo è sempre rimasto nel mondo del calcio prima come allenatore dei portieri e poi come direttore sportivo. Per quasi 20 anni il nuovo diesse azzurro è rimasto legato a Grosseto squadra che è riuscita a condurre anche a una storica promozione in B e alla quale ha portato oltre a tanti giocatori importanti anche allenatori allora emergenti come Massimiliano Allegri o Stefano Pioli. In questo lungo periodo Minguzzi ha avuto però anche diverse altre esperienze con società importanti come Viterbese, Lecce e Pisa, città nella quale ha lasciato un ottimo ricordo di sé riportando i nerazzurri tra i professionisti con Stefano Cuoghi in panchina. Ora a Carrara gli viene chiesto di gettare le basi di un nuovo progetto che, dopo l’era di Silvio Baldini e le difficoltà legate al Covid, dovrà essere un po’ più equilibrato, ma per questo non meno ambizioso. "Questa – dice Minguzzi – è una piazza storica con una società sera e credibile. Arrivo molto motivato e desideroso di contribuire a questo nuovo corso azzurro. La squadra verrà costruita scegliendo profili che abbiamo voglia e dimostrino la carica di considerare Carrara la prima scelta nelle loro preferenze". Un progetto preciso sul quale il nuovo arrivato sotto le Apuane sta già iniziando a mettere le proprie mani. "Da martedì (domani, ndr) mi trasferirò già in città e comincerò a lavorare sulla rosa, sempre confrontandomi con l’allenatore Antonio Di Natale – prosegue il diesse -. La miscela di giocatori da individuare sarà quella tra calciatori più esperti e giovani affamati che vogliono arrivare e che vogliono fare del calcio un lavoro vero. Personalmente ho già un po’ di input sui quali concentrarmi. Rispetto al passato l’idea non è quella di un ridimensionamento, ma, piuttosto, di un approccio e una metodologia che rendano più sostenibile possibile il progetto tecnico sportivo attraverso una riduzione dei costi senza però andare ad inficiare la possibilità di andare a giocarsela con tutti sempre con il massimo obiettivo".
c.lau